Parlare davanti a un pubblico non è poi molto diverso da una relazione dialettica uno-a-uno. Certo, l’ansia è una componente che può farci letteralmente impietrire davanti ad alcune decine di persone, ma i meccanismi della persuasione verbale sono sempre gli stessi.
Innanzitutto, che si tratti di una persona o di un pubblico, evitiamo di essere arroganti, noiosi e confusionari. Tre condizioni che ci suggeriscono di metterci ogni volta nella prospettiva di chi ci ascolta.
Siccome la prima impressione che facciamo sul pubblico condizionerà tutto (o quasi) l’esito dell’intervento, l’apertura va studiata con cura. Sembrerà una banalità, ma c’è una quantità impressionante di amministratori delegati che in soli 30 secondi riescono a “giocarsi” l’attenzione del loro consiglio di amministrazione senza, peraltro, riuscire più a riconquistarla.
Quindi, come si fa a catturare immediatamente l’interesse delle persone del pubblico? Scopriamolo con questi 7 suggerimenti.
1. Facciamoli ridere
D’accordo, non siamo nati cabarettisti, ma strappare un sorriso è alla portata di tutti. Non si tratta di fare i saltimbanchi a tutti i costi, tuttavia è bene sapere che l’umorismo rafforza il ricordo e, per questo motivo, sarebbe bene utilizzarlo ogni qualvolta abbiamo necessità di fissare le informazioni più importanti del nostro discorso.
“Ci sono domande?”, è spesso l’inizio dei miei interventi davanti a platee che non conosco. Dopo alcuni istanti di smarrimento (“Questo è scemo!”), il pubblico abbozza un sorriso e il ghiaccio è rotto.
2. Facciamoli sentire esclusivi
Alzi la mano chi non vuole sentirsi speciale? A tutti piace essere confermati dagli altri e, per converso, avvertire quella sorta di esclusività che ci gratifica. Per questo motivo, valorizzare la presenza del pubblico ha notevoli effetti sul piano dell’attenzione.
“Lo studio che sto per presentarvi è inedito, l’ho terminato appena due giorni fa e siete in assoluto i primi che lo vedono”, è un buon modo per far avvertire alle persone del pubblico di appartenere a una specie di élite.
3. Portiamo in scena un oggetto
Se prima di pronunciare qualsiasi parola, gettiamo in terra, ad esempio, una pallina di carta, il pubblico si domanderà il perché di quel gesto. Secondo la logica della chiusura dell’anello (ad ogni quesito cerchiamo sempre di dare una risposta), non sarà difficile conquistare l’attenzione del pubblico.
Ovviamente, il colpo di teatro, da solo, è del tutto insufficiente. A questo dovrà seguire una spiegazione plausibile sul perché l’abbiamo fatto, altrimenti l’effetto sarà del tutto effimero.
4. La quotidianità è nostra amica
Quando sento dire che ci sono degli argomenti che si possono presentare solo con grafici e tabelle, non posso fare a meno di obiettare. Per i contenuti complessi, o difficili, il problema è sempre uno solo: il tempo.
Infatti, non è immediato trovare il modo per rendere comprensibili un tema o una materia, ma ragionandosi su è sempre possibile cogliere un’azione quotidiana per illustrare il procedimento in questione. In questo, e in moltissime altre cose, era maestro Albert Einstein. Ecco come esemplificava la complicatissima teoria della relatività:
Un’ora seduto su una panca in un parco insieme a una bella ragazza passa come se fosse un minuto, mentre un minuto seduto su una stufa bollente sembra un’ora.
5. Parlare da applauso significa coinvolgimento
Per tenere ben salda l’attenzione, niente è più efficace della partecipazione diretta del pubblico. Una domanda? Un sondaggio? Una storia inventata con le persone del pubblico? Va tutto bene, l’importante è far sentire i partecipanti protagonisti della presentazione.
[bctt tweet=”Parlare come se non ci fosse un pubblico, equivale a guadagnarsi la sua antipatia.” username=”giowile”]
6. Brevi con ritmo
I tempi di attenzione sono sempre più scarsi. Lo vediamo quotidianamente sul web dove le informazioni vengono scansionate alla velocità della luce. Verrebbe da dire che i contenuti si spizzicano, in luogo di un loro più efficace approfondimento. Tutto fa pensare che anche in una presentazione gli schemi temporali debbano necessariamente adeguarsi.
[bctt tweet=”Se si sa quando stare in silenzio, si sa anche parlare.” username=”giowile”]
Ecco perché è sempre meglio introdurre un argomento senza tanti giri di parole e farlo seguire da delle pause funzionali alla sua indispensabile metabolizzazione.
7. Facciamogli vivere la nostra esperienza
“Questa sera, venendo qui, ho incontrato la lunga carovana di un circo…”. Come si può notare, non c’è bisogno di scomodare chissà quale artificio narrativo per innescare un coinvolgimento di pensieri, sensazioni, emozioni.
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