Un altro giro intorno al sole

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A dispetto delle meccaniche astronomiche, ogni anno che passa è sempre più difficile cogliere il senso progressivo del nostro essere una civiltà. Più che un girare in avanti, assistiamo ripetutamente a una sorta di giravolte all’indietro.

L’immobilismo nei confronti degli sconquassi climatici, l’aumento esponenziale delle diseguaglianze, le dosi massicce di fanatismo che ormai contaminano ogni ambito dell’agire umano, già da sole rappresentano la cifra più evidente della devastazione culturale cui stiamo assistendo. Ma la ruota della nostra storia viene spinta all’indietro soprattutto dalla mancanza di una visione fondamentale: perché esiste la società?

Interrogarsi su come mai non viviamo più dentro le caverne, dovrebbe portarci a considerare il fatto che è sempre esistita una forte tensione fra l’andare avanti e il tornare indietro. Ovvio, con numerose battute d’arresto (basti considerare le tragedie del Novecento, solo per limitarci al nostro passato più prossimo), ma in ogni epoca non è mai mancato lo sguardo rivolto verso un futuro possibile, più giusto e a disposizione di tutti.

Non so se il termine esatto possa essere quello di “rivoluzione regressiva”, tuttavia è molto forte la sensazione che qualcosa non sia andato per il verso giusto. Non c’è più il conflitto fra conservare e trasformare, ma al suo posto è subentrato un gioco alla cieca fra il tornare indietro e il nulla.

È una possibile lettura, di certo non l’unica, che cerca di interpretare il dilagare dell’odio, della violenza, dell’ignoranza sul grande palcoscenico della rete. Magari fossero stati solo i proverbiali 15 minuti profetizzati da Andy Warhol!

Senza la necessità di imbastire dettagliate indagini sociologiche, è sufficiente osservare la grande capacità polarizzatrice di argomenti (si fa per dire) come il terrapiattismo, l’anti-scienza, la “verità assoluta” su qualsiasi cosa, compreso lo sterminio necessario (!?) di intere etnie.

Se più di trent’anni fa l’avvocato statunitense Mike Godwin aveva ancorato la sua omonima legge alle interazioni che avvenivano nei newsgroup Usenet, oggi, oltre ad aver trovato ampie conferme in ogni thread di discussione online, è sempre più verificabile come anche nei confronti faccia-a-faccia, si passi molto velocemente dal cosa al chi. Ovvero, dall’argomento (o dallo scopo) alla persona. E così, aumenta esponenzialmente la probabilità che qualcuno venga paragonato ai nazisti o a Hitler (la cosiddetta Reductio ad Hitlerum).

Allora, tutta colpa di internet o, come dice qualcuno, dell’internet?

Ogni tecnologia nasce neutra, poi l’uso che gli esseri umani ne fanno determina il suo significato più attuale. Così è stato anche per la rete che resta, va detto, una delle più grandi invenzioni scaturite dall’intelligenza della nostra specie.

Tuttavia, non c’eravamo accorti della grave disgiunzione in atto fra i principali apparati del nuovo sistema. Da un lato, la progressiva e costante dequalificazione delle agenzie educative, dall’altro un mezzo per costruire una civiltà più consapevole e inclusiva. In un certo senso, intere generazioni sono state messe a cavalcioni su una moto potentissima quando ancora non riuscivano nemmeno a stare in equilibrio sopra una bicicletta.

Se la rete doveva essere quel luogo (oggi pressoché indistinguibile dal resto, almeno negli effetti) in grado di far avanzare il progetto di civiltà, dobbiamo ammettere che era del tutto inverosimile la sua piena realizzazione senza sforzo, in mancanza di conoscenza, di sapere, di apprendimento continuo.

Con molta superficialità, ci eravamo illusi che era sufficiente comprare un termometro per diventare dei medici.

Cos’è la rete oggi?

Nella sua valutazione più superficiale, ma non meno esente da danni, è una bolla che produce sempre più disuguaglianza, facendo diventare più ricchi coloro che già lo sono, aumentando così a dismisura la forbice del divario sociale. Tutto questo si perpetua all’infinito grazie all’illusione che possa esistere un assetto sociale determinato algoritmicamente. Un algoritmo progettato per occultare gran parte di ciò che realmente accade.

Ci stiamo dimenticando del salto quantico che abbiamo compiuto passando dal feudalesimo alla democrazia, ma soprattutto abbiamo smarrito il senso cosciente dell’essere una civiltà di individui che erano già connessi millenni prima che arrivasse internet.

L’ho letto su Facebook” è il nuovo volto di quell’atavico determinismo che, grazie a un’incessante fucina d’ignoranza, cede la ribalta alla (il)logica del diverso, dell’inferiore, dello scarto.

La rete non si “sistema” con caterve di leggi e leggine tese a regolamentarla. La soluzione, ammesso che ci sia la volontà di cercarla, va trovata altrove. Cioè, nel passaggio dal nozionismo fine a se stesso alla conoscenza del mondo e di chi lo abita, secondo la logica del sapere libero e per tutti.

Quando a Jonas Salk, il medico che mise a punto il primo vaccino contro la poliomielite, venne chiesto se disponesse del brevetto, lui con una notevole lungimiranza rispose: “Si può forse brevettare il sole?”. Ricordiamocene anche in questo 2023.

Foto di Aziz Acharki

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Un altro giro intorno al sole
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Per effetto dell'odio e dell'ignoranza, stiamo sprecando una grande risorsa come internet. Ma la soluzione non è dentro la rete.
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Sergio Gridelli Blog
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Di Sergio Gridelli

Sono nato e vivo a Savignano sul Rubicone (FC), una piccola città della Romagna attraversata dal fiume che segnò i destini di Roma. PERCHÉ LO FACCIO Ho sempre pensato che l’impronta di ciascuno di noi dipenda da un miscuglio di personalità e di tecnica. Se questi due ingredienti sono in equilibrio nasce uno stile di comunicazione unico, subito riconoscibile fra tutti gli altri. Perché in un mondo tutto marrone, una Mucca Viola si vede eccome! COME LO FACCIO Aiuto le persone a trovare le motivazioni che le rendono uniche. Non vendo il pane, vendo il lievito. COSA FACCIO Mi occupo di comunicazione aziendale e della elaborazione di contenuti per il web. Curo i profili social di aziende e professionisti. Tengo corsi sulla comunicazione interpersonale, il public speaking, il marketing digitale e su come realizzare presentazioni multimediali efficaci.

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