La forza della noia

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Il ricordo è la componente costituente dell’avanzare dell’età. Prima o poi, a tutti toccherà dire “Ah, ai miei tempi!”, con accenti generalmente ampollosi e, in buona parte, spesi sotto forma di un giudizio inappellabile.

Sembra quand’ero all’oratorio
Con tanto sole, tanti anni fa
Quelle domeniche da solo
In un cortile, a passeggiar
Ora mi annoio più di allora
Neanche un prete per chiacchierar

Ognuno, e non potrebbe essere che così, ha memoria dei “suoi tempi”, unici e irripetibili. Ma se si potesse costruire un campionario globale dei ricordi, sono sicuro che la “noia” sarebbe lo stato d’animo che ricorrerebbe con maggior frequenza. Almeno, per “quei tempi” che hanno preceduto la “rivoluzione internet” dove, sembra impossibile farlo credere ai “nativi digitali”, era possibile trascorrere interi pomeriggi senza fare assolutamente nulla.

Internet nasce neutro, poi…

Metto le mani avanti. Dopo che per secoli la cifra delle informazioni è stata esclusivamente sequenziale, grazie alla scrittura e alla stampa, ecco arrivare la rete che rompe il baluardo asincrono per offrire a tutti (nerd e non) la simultaneità dell’atto comunicativo. E dico che è stata una grande conquista, senza la quale in molti campi oggi saremmo parecchi decenni indietro.

Tuttavia, come succede per tutte le cose, anche il web, in quanto mezzo usabile dagli uomini, è refrattario al senso di neutralità al pari di un banale coltello da cucina che può essere utilizzato per affettare il pane o per ammazzare il vicino.

Il medium è il messaggio

Siamo così passati da “l’ha detto la televisione” al più perturbante “l’ho letto su Facebook”, in un crescente processo di sostituzione mediale che finisce per confermare la profezia del medium che si fa messaggio tout court.

Senza fare l’apologia della noia, non posso non osservare come in “quei tempi andati” fosse riconosciuto un elevato statuto valoriale a gran parte di ciò che stava oltre la frontiera della malinconia.

Infatti, bastava l’inattesa visita di un parente per riportare in campo il senso profondo delle reti sociali, oppure, sullo stesso piano, l’attenzione curiosa, rapita dalle storie e dai racconti di vita.

Non occorre essere dei premi Nobel per cogliere il cambiamento indotto dai retweet e dai Mi piace azionati a prescindere da qualsiasi analisi. Alla funzione voyeuristica iniziale (per intenderci, quella di “ritrovare i vecchi compagni delle scuole elementari”) si è pian piano sostituita una complessa dinamica di disinformazione, di approssimazione e, come non dirlo, di violenza.

È davvero strano constatare come i miei vicini di casa, con i quali condivido le più comuni faccende quotidiane, abbiano di loro stessi una “rappresentazione social” lontana anni luce da come li conosco analogicamente. Sarà tutta colpa dell’algoritmo, mi dico.

Sui temi caldi, forse per un effetto congiunto di elaborati sistemi di calcolo e accelerazione dei feedback, le bacheche digitali si riempiono di convinzioni alle quali manca l’ancoraggio al “contratto sociale” che, va evidenziato, fra alti e bassi ha sempre governato il meccanismo della fiducia nelle istituzioni, nell’ordine costituito, nella scienza.

Il solo fatto di avere delle opinioni ci fa essere di parte. È inevitabile.

Ma è anche vero che i cosiddetti “punti di vista” si formano sulla base di confronti, di comparazioni, di rielaborazioni. Tutte cose che, anche nel “Bar Sport” del tempo che fu, erano costantemente all’opera.

Dentro la bolla del politicamente scorretto

Invece, le camere d’eco sulle quali fondano il loro modello di business i colossi delle piattaforme sociali, consentono unicamente la ripetizione di una tesi dominante (non necessariamente vera, anzi), cosicché le interpretazioni contrarie o alternative vengono marginalizzate dall’algoritmo. Of course!

Nasce in questo modo la prospettiva, nemmeno tanto distopica, di un governo della piattaforma dove una manciata di élite comandano pensieri che appaiono razionali solo perché estremamente ridondanti.

I conti tornano se si pensa che Facebook ha 2,23 miliardi di utenti attivi mensilmente (stima 2017), mentre la Cina, che è il paese più popolato del pianeta, conta 1,44 miliardi di persone, seguita dall’India con 1,39 miliardi.

Il punto cieco verso cui siamo diretti è il bias di conferma globale, attivato dai nuovi e dai vecchi media insieme.

La mappa di un gioco di simulazione scambiata per quella dell’acciaieria Azovstal è solo l’ultimo numero della tombola. C’entra sicuramente la pornografia mediatica della guerra, ma la cosa più pericolosa è che finiamo tutti per confondere la percezione con la realtà.

La mappa del gioco War Thunder scambiata per quella dell’acciaieria Azovstal

Cosa vogliamo essere o cosa siamo già diventati? Dalla risposta dipende la qualità dei nostri giudizi sul mondo. La noia è il contraltare alla bulimia delle informazioni take away. Con la sua forza autoriflessiva, potrebbe rappresentare davvero la nostra soluzione più efficace.

Foto di Niklas Hamann

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La forza della noia
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Viviamo nel paradosso dell'informazione. Oggi, sappiamo tutto. Ma facciamo più fatica di un tempo a distinguere il vero dal falso.
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Sergio Gridelli Blog
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Di Sergio Gridelli

Sono nato e vivo a Savignano sul Rubicone (FC), una piccola città della Romagna attraversata dal fiume che segnò i destini di Roma. PERCHÉ LO FACCIO Ho sempre pensato che l’impronta di ciascuno di noi dipenda da un miscuglio di personalità e di tecnica. Se questi due ingredienti sono in equilibrio nasce uno stile di comunicazione unico, subito riconoscibile fra tutti gli altri. Perché in un mondo tutto marrone, una Mucca Viola si vede eccome! COME LO FACCIO Aiuto le persone a trovare le motivazioni che le rendono uniche. Non vendo il pane, vendo il lievito. COSA FACCIO Mi occupo di comunicazione aziendale e della elaborazione di contenuti per il web. Curo i profili social di aziende e professionisti. Tengo corsi sulla comunicazione interpersonale, il public speaking, il marketing digitale e su come realizzare presentazioni multimediali efficaci.

2 commenti

  1. Complimenti Sergio! E’ sempre un piacere leggere i tuoi articoli che condivido in toto! Un saluto

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