Da quando è diventato costume diffuso comprare un computer per “farci un po’ di grafica” (la grande maggioranza dei potenziali acquirenti si rivolge così al commesso di turno) non meraviglia più che in Italia, oltre a 60 milioni di commissari tecnici di calcio, ci siano anche altrettanti grafici provetti.
Uno stuolo di braccia sottratte al mouse solo perché distratte da occupazioni meno desiderate ed elettrizzanti. Però si sa, quando il senso estetico è nel sangue, non esiste nulla che può far desistere i nuovi Michelangelo dal sentenziare e pontificare su qualsiasi cosa grafica gli capiti a tiro.
Succede quindi, ormai a cadenza giornaliera, di incappare in questi estrosi personaggi che non fanno mistero delle loro profondissime conoscenze e non perdono occasione per sfoggiarle. Ne scaturisce un campionario assai assortito che, come in tutti gli elenchi che si rispettano, è in continua evoluzione. Una crescita direttamente proporzionale alla diffusione dei computer.
Il tuttologo
È quello che invece dei vestiti indossa perennemente un’aria di sufficienza. In realtà, è spesso un esperto di fuffa, il quale messo alle strette risponde con un salomonico ”il logo me lo sarei fatto da solo, ma il problema è che non ho tempo”. Questo signor so-tutto-io è quello che contesterà la parcella al grido “dai, di’ la verità, ci avrai messo sì e no trenta secondi!”.
L’amico
È il cliente che non perderai mai. Ti chiama la domenica mattina perché gli dispiaceva disturbarti nei giorni di lavoro (sic!) e ti chiede di fargli un logo professionale, però senza perderci molto tempo. È insita nella genetica dell’amico la pretesa di un trattamento da cliente top senza però spendere un centesimo. Se dovessi fare un esempio per far capire cos’è la fidelizzazione, ecco lui sarebbe il testimonial ideale.
L’illusionista
Ti commissiona il logo solo per farti un favore. È ovvio che il pagamento della prestazione non esiste, anzi devi anche ringraziare ossequiosamente perché “ti fa curriculum”. Se non spezzi sul nascere questo rapporto malato, finisci per avere un curriculum vitae con solo una referenza, la sua.
Lo smemorato
Altrimenti detto il-brief-questo-sconosciuto, ti mette nero su bianco che nel logo ci deve essere ben evidente un sole, salvo poi fartelo rifare con la luna. Una volta fatto con la luna, ti dice che non ci eravamo capiti (sottintendendo che TU non avevi capito) e che voleva una bicicletta stilizzata. La sequenza può durare giorni, settimane, mesi, a suon di loghi tutti esecutivi.
La vittima
Di solito è un cliente che comprende il valore del lavoro e il tempo necessario per fare un buon logo. Tuttavia, il suo istinto di sopravvivenza lo porta a tirarsi fuori, incolpando del ferale giudizio (normalmente) la consorte. Succede anche nei casi in cui è lui stesso insoddisfatto del logo, ma si vergogna a dirtelo in faccia. Un “a mia moglie non piace” va sempre bene, come la scarpa nera che la puoi mettere su tutto.
Il fornaio
È un professionista della lievitazione. La richiesta iniziale, sulla quale hai preparato il preventivo, riguarda un logo da inserire sul biglietto da visita. Piano piano, richiesta dopo richiesta, realizzi una brochure di 100 pagine. “Te l’ho pur firmato il preventivo!”, è la risposta alle tue flebili obiezioni circa l’adeguamento del compenso.
Il divino
“Mica ai miei tempi, adesso con Photoshop non ti lamenterai mica?”. Invece del contrario, per questo tipo di cliente tu sei una specie di accessorio passivo del ben più creativo e intelligente programma di grafica. Non contano un fico secco i tuoi studi e la tua esperienza, per lui una volta acceso il computer puoi anche andare a fare un giro.
Lo spiritoso
Una volta si diceva “fa lo scemo per non pagare il dazio”. In realtà, in questa diffusissima categoria rientrano sia gli scaltri senza scrupolo che i forzati del “far ridere a tutti i costi”. In entrambi i casi, il leitmotiv è identico “mi serve per ieri, il budget è zero”.
Il fenomeno
Corredi il logo con venti pagine di relazione in cui spieghi la ricerca storica che hai fatto, il perché dei colori scelti, il lettering utilizzato e lui infischiandosene allegramente commenta con un perentorio “quelle quattro righe le potevo fare anch’io con Publisher”. Il consiglio è di stare alla larga da questi “numeri uno”, a meno che tu non voglia cominciare a lavorare con Publisher.
Il furbo
Ce ne sono un po’ in tutti i settori, ma in ambito grafico riescono a dare il meglio di sé. Gli presenti il layout stampato del logo e come prima cosa cominciano a disegnarci (si fa per dire) sopra. Quando gli mandi la fattura, la risposta è da premio Nobel “Ti devo pagare? Ma se il logo l’ho fatto praticamente io!”.
L’elenco dei fantastici dieci finisce qui. Poi stamattina, come un fulmine a ciel sereno, si è aggiunto alla compagnia quello che li batte tutti.
Lo spericolato
Apparentemente senza far trapelare stravaganze particolari, appena apre bocca ti dà l’impressione (e la conferma) che viva sulla Terra solo da qualche ora. “Voglio il logo uguale a quello della Mercedes. Chi vuoi mai che se ne accorga?”. Amen.


Ci sentiamo domenica…
Certo, magari all’ora di pranzo 😉