Una volta c’erano le brochure patinate. Adesso, quando dobbiamo pianificare un viaggio o una vacanza, scandagliamo il web per farci un’idea dell’hotel che andremo a prenotare. Arrivo subito al punto, perché la stragrande maggioranza dei siti degli alberghi ha contenuti stereotipati, spesso copiati da quelli della concorrenza e con un bassissimo tasso informativo?
La questione, dal lato della struttura alberghiera, andrebbe inquadrata dentro un’altra domanda: perché i potenziali clienti dovrebbero prenotare proprio da noi? Evidentemente, la risposta richiede l’analisi di una serie di fattori che vanno dal tipo di ispirazione che si vuole suscitare nel viaggiatore (comfort, posizione, collegamenti) fino alla gradevolezza dell’interfaccia grafica (chiarezza, semplicità, immediatezza).
Dato per scontato che il sito sia usabile anche da mobile, la faccenda si sposta sulla semantica dei contenuti. È questa la parte dove spesso il cuggino o il nipote bravissimo con il computer fanno cilecca.
Il luogocomunismo
Così come le rate sono indiscutibilmente “comode”, anche le descrizioni di molti hotel non brillano in fatto di originalità. La vista è sempre “mozzafiato”, il verde circostante è invariabilmente “lussureggiante”, la vita notturna è ovviamente “vibrante” e via di questo passo fino all’evergreen “camere molto ampie”.
Queste definizioni, di per sé corrette, sono talmente abusate da non significare più nulla. Come dire, quando tutti sono “super” nessuno lo è.
Elaborare contenuti, lo dico a beneficio dei tanti che ancora mi chiedono di “scrivere due righe”, è un lavoro che non si improvvisa. Trovare le fatidiche parole giuste per descrivere una struttura, un fatto o, semplicemente, un servizio, richiede tempo e studio. Queste sono le condizioni per sfuggire dall’ovvietà dei luoghi comuni.
La pigrizia, in questo caso mentale, porta a introdurre aggettivi stereotipati e, come già detto, del tutto invisibili agli occhi di chi legge. Sia chiaro, nessuno vieta di utilizzare l’abusatissimo “hotel di classe”, ma deve essere sostenuto da un’adeguata body text che lo rende unico nel contesto a cui è riferito.
Il peso specifico
Cosa differenzia l’hotel che stiamo esaminando da tutti gli altri? La TV in camera? Il WiFi libero? La colazione a buffet? Di certo, dandoli per scontati, non sono sicuramente questi i plus che ci fanno propendere per una scelta in luogo di un’altra.
Affermare pomposamente “dotato di tutti i comfort” è, allo stesso modo, alquanto pericoloso. Come fa l’hotel a sapere quali comfort vanno bene per tutti? Molto meglio specificare, ad esempio, quelle due o tre cose che potrebbero interessare alla potenziale clientela di riferimento (navetta gratuita da e per l’aeroporto, pet area, officina attrezzata per cicloturisti).
Da qui la necessità di avere ben chiaro in testa per chi si sta scrivendo. Infatti, solo in questo modo sarà possibile anticipare i bisogni di quel particolare segmento di clientela.
Infine, la specificità fa rima con contenuti sempre aggiornati. Non c’è niente di più sgradevole che vedere nella homepage dell’hotel il pacchetto di offerte per una fiera di settore finita il mese prima.
Il soggiorno è sempre un’esperienza emotiva
Mentre il contenuto informativo deve essere originale e rispecchiare le peculiarità della struttura, la narrazione ha lo scopo di evocare emozioni per connettersi con l’esperienza dell’utente.
Raccontare un hotel significa far sentire il cliente al centro di quella storia. La “nostra cucina” suona senz’altro meglio del “nostro ristorante”, perché si avvicina maggiormente a un vissuto quotidiano che appartiene a tutti.
L’enfasi non la fanno le parole altisonanti (e comunque sempre ridondanti), ma la si ricava dalla sensazione di genuinità che si legge fra le righe. In fondo, lo scopo è quello di “parlare” a delle persone in carne e ossa che mentre leggono si immaginano dentro quella situazione. Se rappresentiamo un mondo finto, per quanto poeticamente ineccepibile, le persone spengono la fantasia e vanno a prenotare altrove.