Errore, motivazione e apprendimento

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Non si vince o si perde, si vince o si impara. È una delle frasi più citate fra quelle fondamentali che stanno alla base della motivazione, e senza dubbio dà “una bella spinta” nel perseverare a raggiungere uno o più obiettivi.

Tuttavia, nonostante sia un “mantra” che apprezzo molto, mi chiedo se non sia necessario anche stabilire una sorta di rapporto ottimale fra la sconfitta e l’apprendimento.

Parto da questa riflessione piuttosto banale e per molti aspetti addirittura scontata: se hai sempre successo non ti preoccupi di migliorare, se perdi sempre cominci a dubitare che le lezioni che hai acquisito non servano a un granché. In tutti e due i casi la situazione si cristallizza e si perpetua nel tempo, invariabilmente identica a se stessa.

Ecco allora che si fa largo la convinzione di come solo un misto di vittorie e di sconfitte possa garantire una crescita armonica del proprio bagaglio di conoscenze.

Da un punto di vista del tutto empirico, va da sé che se rispetto a un determinato esercizio (per esempio, un test di verifica sui progressi per l’apprendimento di una nuova lingua) otteniamo il 90% di errori, è logico “fare un passo indietro” e riprendere lo studio dalle nozioni più basiche. All’opposto, se azzecchiamo quasi tutte le risposte è arrivato il momento di aumentare il tasso di difficoltà delle prove.

Ma in termini di apprendimento efficace, qual è il rapporto ideale fra successo e insuccesso?

Tenuto conto dell’estrema variabilità dei contesti, è ancora una volta il paretiano 80/20 a suggerirci una possibile chiave di lettura che si colloca fra il “troppo facile” (100% dei successi) e il “troppo difficile” (90% o più di insuccessi). Ovvero, miglioro il mio apprendimento quando c’azzecco 8 volte su 10. Cioè, non sono ancora così bravo da non aver più bisogno di imparare altro e non sbaglio a tal punto da mandare tutto a carte quarantotto.

Come premesso, la quantificazione va a farsi benedire nei casi in cui la scala di difficoltà non preveda il reset. Se decido di imparare ad andare con i pattini a rotelle e tutte le volte che me li infilo nei piedi cado nel 20% dei casi, prima o poi mi capiterà un infortunio serio che mi bloccherà per un bel po’ di tempo. A questo punto qualcuno penserà che comunque una lezione l’ho appresa. Sì, aver imparato a mie spese che quello sport non fa al caso mio! Ma il tema è quello di continuare a migliorarsi in un determinato ambito, quello e solo quello.

A “naso” mi sento di dire che l’80/20 è la rappresentazione numerica che più si avvicina al “non troppo facile” e al “non troppo difficile”. Che a pensarci bene sono anche i due estremi che predispongono all’apprendimento.

Il meccanismo funziona perché determina una tensione continua fra le abilità automatiche, quelle che si sono condensate dentro la nostra zona di comfort, e i modelli mentali “creativi” che invece stimolano il pensiero laterale in situazioni non convenzionali.

In sostanza, la difficoltà deve essere tale da lasciare intravvedere almeno una possibilità di successo, sebbene la traiettoria sia costellata da un certo numero fallimenti (il 20%).

Diversamente, l’insuccesso continuo diventa demotivante a tal punto da scoraggiare qualsiasi ulteriore sforzo teso a portare a casa l’obiettivo.

Foto di Etienne Girardet

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Errore, motivazione e apprendimento
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Sbagliando s'impara è un adagio molto popolare e sicuramente anche motivante. Ma esiste un limite al numero di errori?
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Sergio Gridelli Blog
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Categorie: Coaching

Di Sergio Gridelli

Sono nato e vivo a Savignano sul Rubicone (FC), una piccola città della Romagna attraversata dal fiume che segnò i destini di Roma. PERCHÉ LO FACCIO Ho sempre pensato che l’impronta di ciascuno di noi dipenda da un miscuglio di personalità e di tecnica. Se questi due ingredienti sono in equilibrio nasce uno stile di comunicazione unico, subito riconoscibile fra tutti gli altri. Perché in un mondo tutto marrone, una Mucca Viola si vede eccome! COME LO FACCIO Aiuto le persone a trovare le motivazioni che le rendono uniche. Non vendo il pane, vendo il lievito. COSA FACCIO Mi occupo di comunicazione aziendale e della elaborazione di contenuti per il web. Curo i profili social di aziende e professionisti. Tengo corsi sulla comunicazione interpersonale, il public speaking, il marketing digitale e su come realizzare presentazioni multimediali efficaci.

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