La prova sociale è un particolare tipo di riflesso psicologico attraverso il quale tendiamo a “scimmiottare” le azioni degli altri. L’obiettivo è quello di adottare il comportamento più comune in una determinata situazione. In altre parole, quello che vediamo, facciamo.
I meccanismi della prova sociale
Una situazione tipica di prova sociale è il comportamento della folla. Per Elias Canetti le masse hanno qualcosa di enigmatico, paragonabile al fenomeno della gravitazione o, ancora meglio, al contrappeso che si oppone al potere.
In questo scenario, non è difficile incrociare gli stati emotivi dello spettatore nelle situazioni di emergenza o di pericolo. Prima di intervenire, le persone cercano indizi negli atteggiamenti degli altri. Se nessuno si muove, per riflesso nessuno si muoverà. Di conseguenza, più la folla è numerosa e più sarà improbabile l’offerta di aiuto perché tutti confideranno nell’intervento degli “altri”.
Lo stesso meccanismo funziona anche in situazioni più “leggere” e meno decisive. Le risate registrate che fanno da corollario a molte sitcom televisive hanno proprio questo scopo, cioè quello di innescare le risate vere nel pubblico.
Quindi, tutte le volte che ci troviamo nella condizione di dover prendere una decisione, come ad esempio quella di leggere l’articolo di un blog, un elemento dirimente è la constatazione di quante persone hanno già assunto quell’orientamento. Il numeretto delle visualizzazioni in fondo alla pagina ha per l’appunto questo scopo.
La prova social
Ovviamente, oltre alla quantità assoluta (un parametro comunque di immediata valutazione), ci interessa anche sapere quante persone simili a noi (o con le nostre stesse problematiche) hanno letto il pezzo, quanti influencer l’hanno raccomandato, quante azioni ha suscitato (like, condivisioni, commenti). E così siamo arrivati alla prova social, questa volta senza la “e” finale.
Scendendo ancora più nel dettaglio, le testimonianze generiche (“Bello!”) influenzano poco la nostra decisione, mentre quelle più articolate, ricche di dettagli e “personalizzate” possono fare una grande differenza (“Dopo aver cercato a lungo, finalmente con questo articolo ho trovato la maniera facile e veloce per incrementare il numero dei miei follower…”).
Un tipo particolare di “prova” è quella che poggia sui fatti, sui dati e su altri riscontri analitici.
In fondo, l’elemento più potente di un articolo con alti tassi di apprezzamento è la verità. E nella giungla dei bit la verità assume le sembianze di case history, statistiche, prove inconfutabili.


Mi auguro che il mio commento possa fare da “calamita sociale” perché l’articolo in questione é molto interessante: io mi occupo di sicurezza sul lavoro e letto in chiave professionale é serio e di facile riscontro pratico.
Complimenti Sergio e se hai voglia di scrivere qualcosa di efficace per la sicurezza sul lavoro sul mio blog sei il benvenuto!
Grazie Jonathan! La sicurezza sul lavoro non è esattamente il mio ambito, ma di certo ci sono aspetti “al margine” che possono contribuire a incrementarla. Ad esempio, una buona comunicazione interna. Magari ci vede sul tuo blog… mai dire mai 😉