Se stai leggendo questa riga significa che il titolo ha acceso il tuo interesse. Detto altrimenti, hai accettato di investire un po’ del tuo tempo per soddisfare un bisogno: quello di saperne di più.
A dire il vero, tutti abbiamo visto e letto anche titoli acchiappa-attenzione del tipo Non ci potrai credere, Quello che è successo poco fa è assurdo, Scopri perché nessuno ne parla e, nel dubbio, li abbiamo cliccati con la (quasi) assoluta certezza che saremmo rimasti delusi. La differenza fra un titolo allettante e uno dichiaratamente clickbait sta nel mantenimento della promessa.
Già, la promessa. Ovvero, la corrispondenza fra il titolo e ciò che il lettore si aspetta di trovare dentro l’articolo.
Tuttavia, il titolo è il primo scoglio che il lettore deve superare per arrivare ai contenuti. In questa competizione che comprende anche gli annunci sensazionalistici (quelli troppo belli per essere veri, ma che clicchiamo perché “non si sa mai”), va considerato che la stragrande maggioranza dei lettori si ferma al titolo. Allora, come fare per incuriosire e, al tempo stesso, mantenere la promessa?
1. Un buon titolo è sempre il risultato di un’attenta ricerca
Il margine di azione contempla l’inserimento nel titolo di keyword strategiche:
- quelle per le quali desideriamo essere trovati
- quelle trend topic in un particolare momento
Nel primo caso, in riferimento al nostro piano editoriale, faremo un’analisi delle parole più ricercate sui motori di ricerca. Per esempio, nel caso di un articolo sulle presentazioni multimediali, sarà fondamentale conoscere le parole digitate da coloro che vogliono realizzare delle slide (“slide”, “presentazioni efficaci”, “come usare PowerPoint”).
Nel secondo caso, dobbiamo “stare sul pezzo”. Tradotto, significa andare a intercettare le ricerche più in voga in un determinato periodo. Per dire, è tempo di esami di stato e la settimana scorsa ho fatto un articolo sugli errori da evitare nella realizzazione della tesina.
2. Anche se usiamo le parole, è tutta una questione di numeri
I numeri danno concretezza e promettono di arrivare subito al nocciolo della questione. Nessuno ha tempo da sprecare, quindi fra un titolo come La Seo strategica per l’ottimizzazione web sui motori di ricerca e 3 trucchi Seo da utilizzare subito a vincere a mani basse è sicuramente quest’ultimo.
Cosa ho imparato dall’inserimento dei numeri nei titoli? Almeno due cose:
- i numeri dispari funzionano meglio di quelli pari (“7” è ottimo, ma anche “9” non scherza)
- meglio evitare unità quantitative esatte (tipo “5”, “10”, “20”) perché danno l’idea dell’artificioso
3. Lungo o corto?
Sempre per il noto effetto dell’ottimizzazione del tempo, anche il titolo non viene quasi mai letto per intero. Il più delle volte, il lettore analizza solo le prime tre e le ultime tre parole. Per questa ragione, tarare il titolo fra le sei e le dieci parole è sempre una buona idea. E otto parole è il compromesso migliore.
4. Io, tu, noi, voi, loro
Un titolo confidenziale che si rivolge direttamente al lettore è di certo più “caldo” e coinvolgente di un altro tutto orientato a ostentare le abilità di chi scrive. In particolare, l’uso del “tu” o del “noi” (in casi dove “siamo tutti sulla stessa barca”) avvisa subito del clima amichevole che si vuole instaurare. Ehi, questo articolo parla proprio con me è il traguardo cui ogni scrittore dovrebbe tendere.
5. Come scrivere un titolo
Il successo in rete dei vari “How to” non è casuale. Come fare una determinata cosa è lo sprint del titolo che non lascia indifferenti: fa intravvedere immediatamente un vantaggio (Come raccogliere i funghi in tutta sicurezza, Come fare un blog in dieci minuti, Come dimagrire senza rinunciare a niente).
6. Usa le parole giuste
Ci sono parole che più di altre innescano degli stati emotivi avvincenti. È il caso di:
- sorpresa
- regalo
- nuovo
- risultato
- risparmio
- facile
- libero
7. La punteggiatura salva la vita
Vengo a mangiare, nonna è il classico esempio dove l’omissione della virgola dopo il verbo sfocia in un orrido banchetto da cannibali. Anche nei titoli la punteggiatura gioco un importante ruolo attenzionale, oltre che sotto l’aspetto della correttezza grammaticale.
La punteggiatura, in particolare i due punti e il trattino, cattura lo sguardo perché inserisce una sorta di “scossa grafica” fra la omogenea teoria delle parole.
8. Il negativo accentua il desiderio di una soluzione positiva
Le tecniche di comunicazione pubblicitaria sono tutte concordi nel ritenere sbagliato il ricorso alle costruzioni lessicali ostili. Tuttavia, ci sono dei superlativi negativi che nei titoli possiedono un’efficacia superiore ai loro corrispettivi positivi.
Si tratta di tutte quelle parole che fanno rivivere al lettore un problema o un dolore. È il caso di mai (Mai più un minuto senza connessione internet), peggio (Nella peggiore delle ipotesi ci guadagni sempre), stop (È il momento di dire stop alle bollette incomprensibili).
9. Fai la domanda che non fa dormire i tuoi lettori
Come sappiamo, è impossibile scrivere per tutti. Quando scriviamo un titolo abbiamo sempre in mente il cosiddetto lettore ideale, cioè colui che immaginiamo di avere fisicamente di fronte.
Allora, non c’è niente di meglio che porgli la domanda che sappiamo (o intuiamo) possa rappresentare il suo problema (ancora) irrisolto. Come sei messo con la fatturazione elettronica?, niente male, eh?
Veramente bello e chiarificatore
Grazie Francesco 😉