“Chi ha da dire qualcosa di nuovo e di importante ci tiene a farsi capire. Farà perciò tutto il possibile per scrivere in modo semplice e comprensibile. Niente è più facile dello scrivere difficile”.
Lo scriveva Karl Popper quasi ottant’anni fa ne La società aperta e i suoi nemici, e da allora ne è passato di inchiostro sulle lettere commerciali. Un’usanza, quella di scrivere in maniera pomposa, che è transitata sic et simpliciter anche nelle mail.
A questo proposito, tutte le volte che mi arriva un messaggio di posta elettronica che inizia “Con la presente…” (figuriamoci se era assente!) non posso fare a meno di pensare al capolavoro di Benigni e Troisi: “Con la nostra faccia sotto i tuoi piedi e puoi muoverti quanto ti pare e piace e noi zitti sotto…” (Non ci resta che piangere, 1985).
L’immediatezza dei messaggi elettronici dovrebbe suggerire uno stile espositivo più leggero e informale, invece sono ancora tantissimi quelli infarciti di “Spero che questa mail La trovi bene”, “Mi pregio ringraziare Lei e i Suoi collaboratori”, “Le porgo i miei più deferenti saluti”.
Scrivi per arrivare al cuore
Ora, senza scadere nella sfacciataggine più becera, ritengo che un tono colloquiale possa costituire l’approccio più efficace con qualsiasi interlocutore.
Per dire, “Che bello sentirla!” è avanti svariati anni luce rispetto alle formule trite e ritrite che abbiamo appena visto. In fondo, le mail esistono grazie alle parole, e sono proprio queste ultime che ci permettono di toccare il cuore delle persone. Le frasi barocche, oltre a far perdere qualsiasi traccia della genuinità emotiva, molto spesso celano, come dice Paolo Cevoli, quella ignorantezza da cui vorrebbero allontanarsi.
Scrivi per rafforzare le relazioni
Maslow inserisce il bisogno di stima al penultimo livello della sua omonima piramide, subito prima dell’auto-realizzazione. Quando veniamo approvati e riconosciuti dagli altri ci sentiamo ovviamente competenti e utili, ma al tempo stesso rafforziamo il legame con chi ci ha fatto quegli apprezzamenti.
“Ho letto questo articolo e ho pensato immediatamente a lei”, è una frase che lusinga chi la riceve per almeno due motivi:
- non scriviamo, come facciamo di solito, perché abbiamo bisogno noi
- fa capire che siamo attenti e apprezziamo le attività della persona in questione
Scrivi per ascoltare
“Mi farebbe molto piacere conoscere la sua opinione su…” è una frase che coinvolge. In sostanza, non ci limitiamo a fornire informazioni (informare non è comunicare), ma ci predisponiamo all’ascolto. Così facendo, a patto di non mentire, rendiamo protagonista il nostro destinatario grazie proprio all’attenzione che gli dimostriamo.
Scrivi per dimostrare un interesse sincero
È sconsigliato iniziare una mail con l’incartapecorito “Come sta?”, perché è noto che non interessa nemmeno ai sassi la conseguente risposta. È una frase di rito buttata lì giusto per rompere il ghiaccio (solo il nostro).
Molto meglio chiedere, allora, come è iniziata la giornata che, da una parte, sottolinea la nostra curiosità e, dall’altra, offre all’interlocutore il modo per esprimersi con qualcosa di più articolato rispetto ai classici “Bene, grazie”.
Scrivi per ringraziare
In un mondo in cui tutto è dovuto e scontato, non passano inosservate le parole di ringraziamento, compreso il caso in cui la nostra eventuale richiesta abbia ricevuto un diniego. Anche questo è un modo per farsi ricordare.
Le persone apprezzano chi dà importanza e valore al loro tempo, quel tempo che in un modo o in un altro ci hanno comunque dedicato.
Foto di Daria Nepriakhina