Il teorema è noto: conquistare l’attenzione del pubblico è una fatica nera, mentre per perderla ci vuole un battibaleno. Come tutti sanno, i primi minuti sono quelli che fanno la differenza fra un’ovazione e un fiasco. Per questo, partire con il piede giusto è la cosa fondamentale.
1. Bando alle scuse!
Quante volte avete sentito l’oratore di turno dire “Non sapevo di dover fare questa presentazione”, “Tutti i treni erano in ritardo, ho fatto un viaggio allucinante e sono stanchissimo”, “Scusate l’emozione”. Bene, sappiate che dei vostri problemi al pubblico non importa niente. È venuto solo ad ascoltare cosa avete di interessante da dire e non ha nessuna intenzione di commiserarvi.
2. Uno, due, tre prova… sa, sa, sa
A volte penso che i tre colpetti sul microfono per sincerarsi del suo funzionamento siano dovuti a un riflesso incastonato nel DNA. L’ho visto (e sentito) fare da una miriade di oratori che non si rendono conto di come i vari “Si sente?”, “Funziona?”, “È acceso?” portano solo a un risultato: fargli perdere la loro autorevolezza. Voi siete il presentatore, non il tecnico audio.
3. Luci a San Siro
È ovvio che se siete su un palco, questo sarà illuminato a giorno e le luci sparate in faccia vi impediranno di vedere il pubblico. In questi casi, evitate di fare “l’indiano” portandovi la mano sopra gli occhi per scrutare l’orizzonte. Non è una bella immagine! Semplicemente, quando sarà necessario interloquire direttamente con gli astanti perché, ad esempio, avete fatto una domanda e volete verificare le mani alzate, chiederete ai tecnici di accendere le luci anche in sala.
4. Non ci scusiamo per l’interruzione
Il pubblico fa domande durante la vostra presentazione? Magari! È insopportabile che a fronte di una domanda, il presentatore la schivi rimandando la risposta al termine del suo intervento, dimenticandosi poi effettivamente di farlo. Anzi, se c’è qualche “coraggioso” che vuole approfondire un aspetto della relazione in tempo reale, invitate anche il resto del pubblico a fare altrettanto.
5. Repetita iuvant
Non fatevi prendere dalla foga del “Questa la so!”. Quando qualcuno vi fa una domanda, è sempre buona norma ripeterla pressoché letteralmente per sincerarsi che anche il resto del pubblico l’abbia ben compresa. Questa abitudine vi permetterà anche di guadagnare un po’ di tempo per organizzare la risposta nel migliore dei modi.
6. Non è una visita dall’oculista
Una slide con molto testo di dimensioni microscopiche ottiene solo un risultato: fa maledettamente arrabbiare. Posto che meno testo mettiamo in una slide e meglio è, quando dobbiamo farlo teniamo per buona questa regola empirica: la dimensione del font non dovrebbe mai essere inferiore al doppio dell’età media del pubblico (età media di 30 anni = dimensione minima del font pari a 60 punti).
7. Abbiamo imparato a leggere in prima elementare
Anche in questo caso l’evoluzione della specie umana non ha sortito dei gran progressi. Quando appare una slide con molto testo, il pubblico comincia a leggerla per proprio conto disinteressandosi completamente del presentatore e dei suoi discorsi.
Può succedere che in alcuni casi dobbiate inserire una citazione nella slide. Rimanete in silenzio e date al pubblico il tempo di leggerla.
8. È il commercialista, scusate devo rispondere
Durante una presentazione, dimenticarsi lo smartphone acceso (con o senza vibrazione inserita) è il preludio alle più imbarazzanti e catastrofiche Waterloo. Se volete guadagnare l’attenzione del pubblico, siate i primi a dimostrarla.
9. Sarò breve, lo giuro!
Ecco un’altra premessa inossidabile che però quasi nessuno conferma. Sia chiaro, la cosa che interessa di più al pubblico è non sprecare tempo inutilmente. Non gli importa che la presentazione sia lunga o corta, ciò che vuole è solo ascoltare delle cose utili.
Poi, se lo slot assegnato alla vostra presentazione è di 20 minuti e voi dichiarate (mantenendo effettivamente la promessa) che ne userete solo 15 perché per i rimanenti 5 minuti sarete a disposizione per le domande o per prendere un caffè con i partecipanti, la vostra credibilità potrà solo che aumentare.
10. Senza studio non c’è improvvisazione
Una presentazione non si improvvisa. Anche quando sembra che ciò accada, c’è dietro un lungo lavoro di studio. Indipendentemente dal contesto, bisogna sempre essere preparati, professionali e adeguatamente seri. In fondo, è sostanzialmente una questione di rispetto, per il pubblico e per voi stessi.