Fateci caso, le aziende che vantano un successo durevole nel tempo sono spesso delle abilissime narratrici. Non si limitano a parlare al loro pubblico, ma dialogano con il loro pubblico. Le interazioni avvengono a diversi livelli: faccia-a-faccia, public speaking, relazioni sui social.
Certo, il prodotto o il servizio sono importanti, ma senza una storia (possibilmente, non ovvia) viene a mancare il senso. Detto altrimenti, quello che si fa passa in secondo piano rispetto al perché lo si fa.
Metterci il cuore
Cresciamo con le favole dove c’è una principessa da salvare e un principe azzurro che va a sconfiggere il drago. L’eterna lotta fra il bene e il male viene sempre vinta dal cuore. È lì che ci commuoviamo, ci emozioniamo, ci ispiriamo.
Perché tutto funzioni è importante che il pubblico di riferimento veda se stesso all’interno della storia aziendale. È lui l’eroe che alla fine vince. L’immedesimazione è il primo passo verso la connessione.
Incontrare le persone dove sono già
Se vogliamo incontrare delle persone è più probabile che ciò si verifichi quando usciamo di casa. “Stare sui social è solo una perdita di tempo…”, peccato che gran parte della gente sia proprio lì. Un’azienda dovrebbe vendere l’elisir di lunga vita per permettersi di attendere i clienti dietro la propria saracinesca.
Sulle piattaforme sociali c’è molto rumore, nessuno lo nega, ma è in quei “luoghi” che le persone si raccontano e si confrontano con le storie aziendali. Quando l’alchimia si concretizza ecco scoccare il contatto che trasforma le relazioni in rapporti duraturi.
Coerenti per natura
La personalità di un’azienda è costituita dal suo marchio. È un errore pensare che quest’ultimo sia solo un miscuglio di grafica attorno a un nome. Il marchio ha dei valori e una voce che si esprimono con il design, l’esperienza, il mondo emotivo dell’utente/cliente.
Così come noi stessi cambiamo nel tempo la nostra personalità, il marchio si adegua alle espressioni più attuali, ma i suoi valori rimangono coerenti con la narrazione che l’azienda diffonde.
Velocità sì, ma con significato
Non c’è bisogno di fare la prova del nove, dovendo scegliere fra un articolo di dieci pagine e un video di un minuto scegliamo senza troppe esitazioni quest’ultimo. La superiorità dei contenuti visivi (simultanei) rispetto a quelli testuali (sequenziali) non la scopriamo di certo oggi. Se possiamo economizzare lo sforzo non ci facciamo troppi problemi.
Tuttavia, uno storytelling asciutto e senza inutili fronzoli ha ancora il potere di mettere nel cervello del lettore una miriade di frame. “L’aereo decollò. A terra sentivano ancora il battito del suo cuore” (Franco Arminio, Miniature, 2002). Velluto per l’immaginazione.
Il tocco personale
Esiste una distanza siderale fra “siamo un’azienda leader di mercato” e “tutto iniziò con le idee folli di noi due, e il bello è che non abbiamo ancora smesso di averle”.
Ci sono molti modi per raccontare delle storie, quelle che si fanno ricordare creano un movimento emotivo che affiora nella mente del cliente. E questo succede tutte le volte che quest’ultimo deve prendere una decisione di acquisto.