– Usi PowerPoint?
– No.
– Allora, le slide le fai con Keynote? O con Impress?
– No, e ti dirò di più, non utilizzo nemmeno Prezi.
È questo, in estrema sintesi, uno dei temi portanti delle mie “discussioni” sulle presentazioni. Un dialogo che mi permette di chiarire come gli strumenti per fare le slide siano semplicemente ciò che dicono di essere. Cioè, degli strumenti o, per essere ancora più espliciti, dei mezzi.
Infatti, i colori e i pennelli non sanno niente del quadro che ha in mente l’artista. Sono solo funzionali alla rappresentazione della sua idea, del suo concetto, della sua “visione”.
I nostri antenati si raccoglievano attorno a un fuoco per tramandarsi dei racconti. Così, ancora oggi, continuiamo ad amare le storie. Ossia, un concentrato di narrazioni ed emozioni che bastano a loro stesse. Senza bisogno di alcun supporto tecnologico.
Ecco perché per realizzare una presentazione che convince non serve a nulla conoscere a menadito un software specialistico. Anzi, per l’80% (Pareto docet) della progettazione non è necessario nemmeno avere un computer.
Una penna, un foglio di carta e una manciata di Post-It
Per diventare padroni della narrazione che reggerà tutta la nostra presentazione occorre un’idea centrale.
La mappa concettuale
Per cominciare a costruire la storia, il modo migliore, almeno nel mio caso, è quello di disegnare una mappa concettuale. Avere sotto gli occhi uno schema organico mi consente di “vedere” le relazioni e le connessioni fra i singoli concetti e, contestualmente, creare – secondo una logica costruttivista – un percorso organico, evidentemente opposto alle meccaniche meramente mnemoniche.
Lo storyboard
Di seguito, do vita a quello che definisco il metodo Hollywood, ovvero uno storyboard non dissimile da quello utilizzato in cinematografia.
Concretamente, scrivo la trama che si snoderà attraverso le varie slide – l’equivalente delle scene di un film – e tagliando, aggiungendo, modificando verifico se tutto l’insieme sta in piedi. In questa fase non faccio altro che abbozzare quello che potrebbe già essere, con alcuni aggiustamenti iconografici, il documento da stampare e da distribuire al pubblico al termine della presentazione.
Nascono così le slidedoc, documenti di sintesi realizzati allo scopo di rendere fruibili i contenuti in completa autonomia.
Il presentatore, dal palco, trasmette la sua impronta emotiva con il supporto di slide ricche di immagini (presentazione A), mentre gli stessi argomenti vengono rilasciati al pubblico sotto forma di stampati, graficamente accattivanti, che uniscono comunicazione visiva e testi autoesplicativi (presentazione B). Ecco perché la presentazione che “si presenta” non può essere la stessa che viene consegnata all’uditorio.
Quindi, ben si comprende perché questo sia il processo che richiede in assoluto più tempo. Va preparato con largo anticipo rispetto alla elaborazione della presentazione con le slide.
Ciò perché è molto utile far “sedimentare” i concetti e riprenderli dopo un po’ di tempo per verificare se funzionano ancora.
In via del tutto indicativa, questa fase la inizio circa due o tre settimane prima della presentazione vera e propria.
Le “slide di carta”, i Post-It
Una volta che lo storyboard è stato definito (ovviamente, non essendo inciso sul marmo è sempre suscettibile di modifiche e di piccoli ritocchi in corso d’opera), passo alla realizzazione su carta di ogni singola slide.
Non è necessario essere precisi sotto l’aspetto artistico, la cosa importante è che il concept sia chiaro, funzionale e organico alla storia.
Un metodo pratico per realizzare le slide di carta è quello di utilizzare i famosi Post-It che per la loro stessa natura ben si prestano (un po’ come le slide digitali) a spostamenti, sostituzioni, eliminazioni.
Va evidenziato che ancora il computer è rimasto spento e lo accenderò solo quando tutta questa fase sarà conclusa.
La trasformazione di tutto il lavoro analogico in materiale digitale avrà come unico aspetto “problematico” quello di trovare immagini idonee.
Non è improbabile che durante il reperimento delle immagini, se ne possano trovare alcune più efficaci di quelle pensate nella fase di preparazione. Per tale motivo, la flessibilità è sempre la migliore alleata di chi progetta presentazioni.
Mettere insieme i “pezzi”
Ho una storia, ho una trama, ho le immagini più azzeccate… cosa mi manca?
È arrivato il momento del confezionamento. A questo scopo, utilizzo unicamente due software open source e multi-piattaforma:
- Inkscape, programma di grafica vettoriale per creare le slide
- PDF-Shuffler per unire tutte le slide in un file unico