Il gusto non si discute, dicevano i latini. Tuttavia, al di là delle valutazioni estetiche soggettive, il logo scelto da Hillary Clinton per le prossime presidenziali americane continua generalmente a non piacere. È vero che ogni contenuto visivo viene interpretato in base alle conoscenze di coloro che lo guardano (senza un minimo nozionismo di storia dell’arte anche i “tagli” di Lucio Fontana possono apparire incomprensibili ai più), ma nel caso in questione ci sono buoni motivi per ritenere piuttosto traballanti le motivazioni che sostengono il marchio della candidata democratica.
Da quale pulpito, si potrebbe obiettare. Nel nostro paese, quello dei Leonardo e dei Michelangelo, sul design grafico improbabile non siamo secondi a nessuno. Dal logo di Italia 90 fino all’ultima perla dell’Expo (con relative mascotte), passando per Italia.it (nuova e vecchia versione) e la miriade di loghi politici psichedelici, abbiamo collezionato una ricca galleria di esempi quanto meno discutibili. Con rispetto parlando, ovviamente.
Cosa c’è che non va nel logo della Hillary?
La prima associazione visiva è con il segnale stradale che indica l’ospedale. Si crea così un paesaggio di senso che rimanda a un luogo per niente piacevole (malattie, infortuni, dolore) e poco indicato per delineare una leadership che vuole invece fare immaginare un mondo migliore e sereno.
Nonostante le trasformazioni ideologiche di questi ultimi decenni, la metafora (probabilmente, qualcosa di più) destra-sinistra continua a essere ben presente. Allo stesso modo, le dinamiche decisionali che portano ad attribuire il proprio voto a quello o a quell’altro schieramento si basano su congetture spesso istintuali, quindi lontane da valutazioni approfondite e di merito sui programmi politici dei candidati. La freccia, ancorché orientata secondo il classico flusso della storia (dal passato al futuro), va chiaramente verso destra. E da quella parte ci sono i repubblicani. I più malevoli hanno visto in tutto questo un deliberato disegno teso a conquistare fette di elettorato difficilmente raggiungibili se si rimanesse esclusivamente ancorati a rigide posizioni democratiche. Gli immancabili complottisti hanno addirittura rincarato la dose, “leggendo” nel marchio un chiaro riferimento al crollo delle torri gemelle di New York.
Sarà sufficiente invocare l’analogia propulsiva espressa da “altre frecce” (FedEx e Amazon su tutte)?
Per altri versi, il (troppo?) colloquiale Hillary for America, pur riconoscendogli una buona portata in termini di superamento delle barriere di genere (la prima candidata donna alla presidenza stelle a strisce con buone probabilità di successo), rischia di far vedere in questa (eccessiva?) “familiarità” una diminuzione dello spessore formale dell’incarico che l’attende.
Sotto il profilo squisitamente tecnico, senza necessariamente arrivare a dire che sembra fatto con Microsoft Paint, a mio avviso si trasgrediscono almeno un paio di assiomi del visual design.
Passi la semplificazione estrema, ma il “segno” risulta immediatamente troppo statico e geometrico. In sostanza, come si usa dire, ha poca vita. Anche volendo accettare lo sbilanciamento di peso della freccia rispetto alla lettera H che sovrasta, l’accostamento del rosso e del blu senza soluzione di continuità, nella versione in scala di grigi, provoca non pochi problemi di rappresentazione. Senza rinunciare a questo tipo di cromia, forse sarebbe stato sufficiente contornare di bianco la freccia e (lo so, mi sto allargando) renderla almeno un po’ più dinamica.
In comunicazione, e quella politica non fa eccezione, ogni dettaglio è importante e, proprio per questo, finisce sempre per dare luogo a una miriade di significati. Siccome nel simbolismo si può vedere qualsiasi cosa, più ci si allontana dalle forme stereotipate e meglio è. Anche per gli americani.
ottima rappresentazione grafica per la ricorrenza della strage delle torri gemelle! (a parte gli scherzi) la prima cosa che mi è venuta in mente guardando questo logo è stata proprio quell’immane tragedia. I due grattacieli (rettangoli blu) attraversati dalla freccia rosso sangue (gli aerei dei dirottatori). per tutto il resto sono daccordo con lei.
Grazie mille! Senza dover essere per forza dei grafici provetti, sicuramente si poteva fare meglio. Ovviamente, per quello che può contare un marchio in una competizione elettorale. Anche se, come già detto, non sempre “l’alta politica” (programmi, strategie, dibattiti) è in grado (da sola) di fare la differenza.