Tutti comunichiamo. Almeno da quando “quelli” di Palo Alto hanno sdoganato il concetto dell’impossibilità comunicativa, vale a dire che anche stando impalati e muti come scope “trasmettiamo” dei messaggi.
Altra cosa è saper comunicare o, meglio, farlo in maniera efficace. È questo l’ambito della comunicazione strategica, sistematica, utile. Non si tratta di faccende riservate esclusivamente ai professionisti, una buona comunicazione è essenziale nelle relazioni di tutti i giorni, nei contesti pubblici e in quelli privati.
Quando riesci a esprimerti in maniera chiara, di colpo passi dal “parlare di te” al soddisfacimento delle aspettative “degli altri”, cioè ti fai capire. Cambiare il baricentro della comunicazione è una delle condizioni essenziali per migliorare la qualità dei discorsi, scritti o parlati che siano.
L’esperienza, si sa, è la madre di ogni successo. E anche la buona comunicazione non fa eccezione. Tuttavia, ci sono modalità che possono fare immediatamente la differenza.
1. Ascolta di più e parla di meno
Capire un altro punto di vista (che non vuol dire essere necessariamente d’accordo), migliora significativamente la qualità della tua comunicazione.
Spesso, siamo così presi dal pensare come rispondere (succede a livello verbale, ma anche quando abbiamo a che fare con delle email) che ci “dimentichiamo” di comprendere fino in fondo il messaggio degli altri.
Se ti metti nella modalità di “ascolto attivo” è più facile che poi trovi le parole giuste che danno significato alla conversazione. Se il tuo scopo è convincere (con-vincere, vincere insieme), l’empatia comunicativa è la sola arma che hai per trovare un terreno di condivisione comune.
2. Non aspettare il feedback, fai tu le domande
Non si contano i casi in cui “pensiamo” di aver capito, salvo poi cadere inesorabilmente nell’equivoco. Quando dici “gli ho parlato di una cosa e quello si è fatto un film…”, con ogni probabilità il regista (e anche lo sceneggiatore) sei tu.
A costo di passare per un insolente, quando la comunicazione è funzionale all’ottenimento di un qualsivoglia risultato, non stancarti mai di stimolare la conversazione con domande interessanti: dalla basica “come posso aiutarti?” a quella maggiormente articolata, tipo “ci sono margini di miglioramento?”.
3. Accetta e incoraggia
La buona comunicazione ha molti nemici. In particolare, quello che la inibisce quasi del tutto è la rabbia. Quante volte hai risposto nervosamente di getto, salvo poi pentirti poco dopo delle malvagità che hai profferito? Tranquillo, è successo a tutti. La cosa importante è averne consapevolezza e allenarsi per dominare gli stati d’animo più turbolenti.
Come si fa? Si conta fino a dieci e, se non basta, anche fino a cento. Siccome le conseguenze della comunicazione esercitata sotto l’effetto della rabbia le conosciamo (e non ci piacciono), occorre fare di tutto perché prevalga l’accettazione (attiva) delle opinioni avverse.
Ciò è possibile solo se abbiamo la mente non offuscata da condizionamenti negativi. In questo modo, il dialogo può diventare un esercizio di incoraggiamento che porta ad affrontare tutti gli aspetti di una determinata questione.
Hai mai sentito parlare della Legge di Godwin? L’avvocato statunitense Mike Godwin sostiene che, indipendentemente dal contesto, in una discussione arriva sempre il momento dove si tira in ballo un paragone con Hitler. Ecco, questo è il tipico caso di carenza argomentativa aggravata dalla rabbia che porta a discutere le persone e non più le idee.
4. Comunica emozioni
La comunicazione più potente è quella in cui “senti” uno scuotimento interiore e non solo i suoni delle parole. È la cosiddetta comunicazione emotiva: il messaggio è chiaro perché non si limita alla mente, ma collega anche il cuore.
Anche in questo caso, hai tutto per farti ispirare: è la tua personalità. Non nascondere le tue preoccupazioni (del resto, chi non ne ha?), mostra le tue paure senza millantare doti da supereroe che non attaccano con nessuno, fai sentire parte del tuo ragionamento coloro cui è rivolto. Se l’eccesso di reattività ti porta a rischiare l’incomprensione, la proattività ti fa riflettere sulle emozioni. E, alla fine dei conti, sono quelle che fanno la differenza.
5. Pensa positivo e mantieni la calma
Ci sono comunicazioni che ci incutono paura, lunghi momenti d’ansia e, nei casi più complessi, un’assoluta paralisi.
È normale, siamo umani. Ma se ci limitassimo a constatare lo stato delle cose alimenteremmo unicamente la preoccupazione per la situazione. “Calma e gesso”, si diceva nella scuola dei miei tempi nel momento topico delle interrogazioni alla lavagna. Il concetto non cambia e scappare non serve.
Quando sembra non esserci una via d’uscita, la concentrazione orientata all’azione aiuta a spezzettare il problema e a trovare un bandolo da cui iniziare. “Non so cosa dire” non è un’opzione, la comunicazione significante è un dovere. Sempre e comunque.