C’è ancora molta confusione circa gli scopi che dovrebbe avere il cosiddetto PowerPoint, ormai sinonimo tout court di presentazione con le slide. A giudicare da quello che si vede in giro, dai congressi alle riunioni aziendali, si continua a confondere l’informazione con la comunicazione.
Se l’obiettivo di qualsiasi presentatore è convincere, non si capisce perché lo sport nazionale sia diventato quello di sciorinare vagonate di slide zeppe di testo. Il pubblico, a meno che non si faccia una presentazione in una scuola materna, sa benissimo leggere da solo e un presentatore-lettore è del tutto superfluo. In questi casi, tutti risparmierebbero un sacco di tempo se le slide venissero inviate per mail. Una siffatta presentazione è semplicemente un atto informativo che non ha niente a che fare con la comunicazione.
Una presentazione che convince è quella dove lo speaker comunica un’emozione. La connessione presentatore-pubblico avviene prevalentemente attraverso un’immagine che assume significato con le parole dello speaker. Va da sé che l’immagine in questione, da sola, non innescherebbe la medesima traiettoria cognitiva. Anzi, spesso farebbe pensare a tutt’altro.
Da qui, il primo assioma. Una presentazione in pubblico comunica solo attraverso la presenza di un relatore che la esplicita, diversamente non comunica proprio un bel niente.
Slideument
Sento già levarsi l’obiezione delle obiezioni: “ma poi le slide le devo lasciare ai partecipanti e non posso certo stampargli del materiale incomprensibile…”. Stando così le cose, la via più comoda (e rapida), con la quale si pensa di salvare capra e cavoli, è quella di preparare la classica presentazione intrisa di elenchi puntati autoesplicativi.
Si va sul palco, si leggono le slide una a una e, finito il teatrino, si distribuiscono le copie della presentazione alla platea già mezza tramortita dalla litania che si è dovuta sorbire. Siccome al peggio non c’è mai fine, in molte occasioni la consegna del report avviene addirittura ancora prima di iniziare, si fa per dire, la presentazione.

Si rimane così prigionieri in una sorta di terra di mezzo: una presentazione che è un po’ documento e po’ slide, una slideument per l’appunto. E una roba che non è né carne e né pesce può avere solo un impatto emotivo pari a zero.
Handout
Sfruttando una caratteristica di PowerPoint, ovvero la possibilità di aggiungere sotto ogni slide delle note, si può ottenere un compromesso a buon mercato.
La presentazione viene fatta come Dio comanda (immagini, pochissimo testo, narrazione emotiva), mentre le stampe da distribuire contengono sia le slide (di per sé incomprensibili senza il supporto dello speaker) che i relativi testi esplicativi inseriti già nelle note al momento della progettazione.

Questa è una soluzione efficace in tutti quei casi (la maggioranza) in cui manca il tempo per predisporre due presentazioni distinte (con e senza presentatore).
Slidedoc
Tecnicamente, una presentazione tiene in equilibrio del testo (il meno possibile), delle immagini (con un elevato tasso concettuale) e un mezzo (PowerPoint o simili). Una sorta di sistema ecologico che garantisce la “sopravvivenza” del pubblico perché la comunicazione orale e la rappresentazione visiva si uniscono per tradursi in emozioni.
Non può esistere una presentazione buona per tutti gli usi. Le slide da presentare in pubblico sono lontane anni luce da un documento autoesplicativo.
Da un lato, la presentazione narrata da uno speaker si basa sull’ascolto, sull’elaborazione cognitiva di nuovi significati che scaturiscono dal complesso verbale-visivo, dall’interattività, mentre sul fronte opposto, quello del documento, i cardini sono la lettura, l’informazione e, soprattutto, l’autonomia. Fondere questi approcci in un unico strumento equivale a mescolare la Nutella con la maionese.
Ecco perché la presentazione che “si presenta” non può essere la stessa che viene consegnata all’uditorio.

Nascono così le slidedoc, documenti di sintesi realizzati con stile iconografico allo scopo di rendere fruibili i contenuti in completa autonomia. Il presentatore, dal palco, trasmette la sua impronta emotiva con il supporto di slide ricche di immagini (presentazione A), mentre gli stessi argomenti vengono rilasciati al pubblico sotto forma di stampati, graficamente accattivanti, che uniscono comunicazione visiva e testi autoesplicativi (presentazione B).

