Come conquistare l’attenzione nei corsi di formazione

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L'attenzione di un gatto rosso con occhi blu

Chiunque si occupi di formazione, o di insegnamento a qualsiasi livello, sa perfettamente quanto sia difficile riuscire a mantenere alta l’attenzione dei discenti. È capitato a tutti “stare dall’altra parte” e ringraziare infinitamente l’inventore del telefonino per averci alleviato la sofferenza di ascoltare delle autentiche litanie.

Senza mezze parole, attirare l’attenzione significa dover lottare dal primo all’ultimo minuto. Ovviamente, ciò presuppone una robusta preparazione sui propri argomenti (dovrebbe essere scontata, ma…) e, soprattutto, la capacità di combinare i contenuti da esporre secondo la cifra della curiosità continua.

Identificare i problemi delle persone

Distinguo subito due situazioni: i corsi di formazione obbligatoria e quelli cosiddetti “a mercato”.

Nel primo caso, i partecipanti non hanno possibilità di scelta e, il più delle volte, sono così prevenuti da attrezzarsi preventivamente con tutti gli strumenti di conforto possibili (generi alimentari, parole crociate, Netflix). Non voglio né generalizzare e tanto meno estremizzare, ma in questi contesti trovo molto utile dimostrare fin da subito di comprendere il loro disagio.

Allora, il terreno comune di dialogo diventa l’identificazione della frustrazione. È questa la chiave che fa fare il passo successivo, ovvero il beneficio del dubbio (“Ehi, questo è come noi! Magari ha qualcosa di interessante da raccontarci.”).

Nel secondo caso, solo apparentemente più semplice del primo, occorre non tradire le aspettative e con un attacco “teatrale” (“Avete delle domande?”) far percepire immediatamente il registro interattivo in base al quale verrà tarato l’intero corso.

Evitare di mettersi “in cattedra”

È sempre molto forte la tentazione di utilizzare terminologie di settore per far vedere quanto siamo intelligenti o “fighi”, di dare per scontato il “nostro ovvio”, di impedire qualsiasi forma di interruzione perché altrimenti “perdiamo il filo”.

Ecco fatto, questi sono gli atteggiamenti che accelerano l’abbrivio verso lo “stiamo perdendo” (il pubblico, intendo). L’alternativa che funziona è quella di raccontare le cose come se fossimo tutti seduti in un caffè, con gli inevitabili scartamenti di lato, le salutari battute, le necessarie pause di riflessione.

Avvalorare l’esposizione con i fatti

Il modo più rapido per perdere subito contatto con la platea è quello di cominciare con le scuse (“È la prima volta che faccio una docenza”) e, in seconda battuta, “prestare la voce” alle pagine di un manuale che ognuno potrebbe benissimo leggere per proprio conto.

Invece, tutto cambia se quello che viene narrato contempla anche la storia autentica degli obiettivi, degli errori, delle ansie del relatore. L’autenticità è nei fatti e, di conseguenza, anche il livello di attenzione.

Dedicare molto tempo alla definizione del titolo del corso

È nota a tutti i comunicatori la superiorità di un cartello come “Oggi è una bellissima giornata di sole e io non posso vederla” rispetto al didascalico “Sono cieco, aiutatemi!”. Proprio per questo il titolo, che normalmente campeggia nella slide che rimane proiettata per più tempo, deve avere il compito di “preparare il terreno” prima ancora che apriamo bocca. Un titolo ben fatto ispira le persone e stimola l’attenzione.

Regalare la sensazione di un tempo trascorso piacevolmente

Dopo aver fatto il possibile per interessare le persone, non possiamo comunque essere certi della cristallizzazione nelle loro menti dei concetti a noi tanto cari.

Nella migliore delle ipotesi, il pubblico tratterrà solo il 20% dei capisaldi del nostro racconto. E allora?

Qui entra in campo la relazione emotiva. Una sorta di prova sociale che ogni persona porterà con sé per un tempo lungo. Molto lungo.

Un tempo che, al di là delle nozioni, le persone ricorderanno con piacere per il semplice fatto che sono state bene. Ma non solo, magari un giorno, per vie sconosciute, quelle sensazioni affioreranno nei loro pensieri per trasformarsi nella soluzione che sembrava impossibile da raggiungere. E si ricorderanno di quel giorno e di quel nostro regalo.

Sommario
Come conquistare l’attenzione nei corsi di formazione
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Come conquistare l’attenzione nei corsi di formazione
Descrizione
L'attenzione è una forma di generosità. Catturarla è l'imperativo di ogni relatore, ma per riuscirci è indispensabile che lui stesso la presti.
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Sergio Gridelli Blog
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Categorie: Coaching

Di Sergio Gridelli

Sono nato e vivo a Savignano sul Rubicone (FC), una piccola città della Romagna attraversata dal fiume che segnò i destini di Roma. PERCHÉ LO FACCIO Ho sempre pensato che l’impronta di ciascuno di noi dipenda da un miscuglio di personalità e di tecnica. Se questi due ingredienti sono in equilibrio nasce uno stile di comunicazione unico, subito riconoscibile fra tutti gli altri. Perché in un mondo tutto marrone, una Mucca Viola si vede eccome! COME LO FACCIO Aiuto le persone a trovare le motivazioni che le rendono uniche. Non vendo il pane, vendo il lievito. COSA FACCIO Mi occupo di comunicazione aziendale e della elaborazione di contenuti per il web. Curo i profili social di aziende e professionisti. Tengo corsi sulla comunicazione interpersonale, il public speaking, il marketing digitale e su come realizzare presentazioni multimediali efficaci.

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