Il successo è uno stato d’animo… che decidiamo noi

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Bambina che salta felice sopra a un ponte

Ti è mai capitato di uscire di casa con l’umore a pezzi e tutta la giornata assume come unico comune denominatore la rabbia, l’insofferenza, il disgusto? Certo che sì, spesso o raramente, è successo (e succede) a tutti.

La capacità di gestire le emozioni è direttamente correlata alle nostre possibilità di successo. Perché? Per il (semplice) fatto che il nostro stato d’animo influisce in maniera significativa sui comportamenti, sulle decisioni, sui risultati. Nostri e degli altri.

Tanto per cominciare

Stamattina, hai fatto il letto? Per quanto banale e scocciante, rigovernare il letto nel quale abbiamo dormito è la prima nostra assunzione di responsabilità. Cominciare la giornata con un piccolo gesto cambia immediatamente la percezione del mondo: abbiamo conquistato un risultato prima ancora di uscire di casa.

Soprattutto, non dimenticarti di ridere. Che impatto ha una persona sorridente sulle nostre percezioni? Non c’è bisogno che lo dica io, ognuno sa benissimo quanto sia più buono il caffè servito da un barista gioviale.

Lo stesso effetto lo trasmettiamo quando siamo noi a sfoderare un sorriso irresistibile. Anche se non ne hai voglia o ti senti completamente rincretinito, ridere senza motivo davanti allo specchio del bagno manda comunque in circolo una discreta quantità di endorfine, quel tanto che basta per arrivare positivo fino a sera.

Sentimentalmente parlando

Con la scusa che “andiamo sempre di fretta” ci dimentichiamo di riconoscere le nostre emozioni e, soprattutto, quale impatto possono avere nelle relazioni con gli altri. Mettersi in pausa di tanto in tanto ci fa riflettere sul rischio di dare risposte definitive sulla scorta di una o più emozioni temporanee.

Prenditi il tempo necessario per “ascoltarti”. Nasce da qui la differenza fra una giornata storta e una che, nonostante tutto, ti ha fatto crescere. In fondo, c’è sempre un modo migliore di sbagliare e quindi di imparare.

Avere consapevolezza di te stesso significa che ti domandi quanto il tuo umore abbia influenzato la decisione che hai preso, il perché della reazione che hai avuto, cosa hai avvertito interiormente.

Dalla parte del pensiero

Anche se avvertiamo chiaramente l’insorgere di tutti i segnali della rabbia, spesso non resistiamo e ne rimaniamo intrappolati. Possiamo però controllare la nostra reazione concentrandoci sui pensieri.

Come dire, non puoi impedire che qualcuno ti calpesti i piedi, ma puoi evitare di diventare una pista da ballo. Controllando i pensieri, controlli le emozioni.

Non fanno eccezione le modalità di gestione delle critiche negative. L’emotività ci spinge a intervenire subito a muso duro, mentre il pensiero valuta l’opportunità di imparare cose nuove.

Ovviamente, tenere sotto controllo le emozioni significa accettare il modo poco politically correct con il quale hai ricevuto il feedback negativo.

Essere autentici

C’è confusione circa il reale significato di “essere autentici”. L’equivoco consiste nel confondere una presunta trasparenza personale (dici tutto di te, con tutti, in ogni situazione) con la difesa dei propri valori e dei propri principi fondamentali.

L’autenticità è un misto di assertività ed empatia. Tradotto, non moduli le tue credenze in relazione a chi hai di fronte. All’opposto, senza giudicare o etichettare gli altri, ti sforzi di comprendere anche altri punti di vista (vedere il mondo con i loro occhi), mantenendo salde le tue opinioni che, come dice la parola stessa, non sono universali, ma semplicemente tue.

Ricorda, è sempre meglio un “no, non sono d’accordo” che un “sì, ma il problema è un altro”. Infatti, per gli altri è di gran lunga preferibile sentirti apprezzare il loro punto di vista, ancorché per te non condivisibile, perché questo riconoscimento innesca in ogni caso un processo di fiducia.

Il coraggio di ammettere gli errori

Per molte persone dire “mi dispiace” equivale a darsi una coltellata in pieno petto. L’umiltà di ammettere il proprio dolore per aver ferito l’interlocutore non implica necessariamente l’ammissione di uno sbaglio. Molto più semplicemente significa che dai più importanza al rapporto che al tuo ego.

A proposito di coltellate, se perdoni e dimentichi impedisci alla ferita di continuare a sanguinare. Avere delle emozioni in ostaggio non ti fa andare avanti.

La parola data è una montagna

Mantenere la parola circa un impegno, una promessa, un invito (grandi o piccoli che siano) incrementa la tua reputazione personale. Le parole che ci vincolano, così come le montagne, non si possono più spostare. Prima di pronunciarle, pensaci cento volte perché hanno dentro una moneta di grandissimo valore: la tua affidabilità.

Il modo migliore per sentire tutta l’importanza di un vincolo fatto con le parole è ricercare continuamente l’emozione di essere utili agli altri. Quanto sei disposto a rinunciare alle tue (irrinunciabili?) routine quotidiane per ascoltare e dare fattivamente una mano a chi ne ha bisogno?

Azioni come queste instaurano un clima di fiducia reciproco e, quando ci sarà l’occasione, ispirano gli altri a seguirti.

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Categorie: Coaching

Di Sergio Gridelli

Sono nato e vivo a Savignano sul Rubicone (FC), una piccola città della Romagna attraversata dal fiume che segnò i destini di Roma. PERCHÉ LO FACCIO Ho sempre pensato che l’impronta di ciascuno di noi dipenda da un miscuglio di personalità e di tecnica. Se questi due ingredienti sono in equilibrio nasce uno stile di comunicazione unico, subito riconoscibile fra tutti gli altri. Perché in un mondo tutto marrone, una Mucca Viola si vede eccome! COME LO FACCIO Aiuto le persone a trovare le motivazioni che le rendono uniche. Non vendo il pane, vendo il lievito. COSA FACCIO Mi occupo di comunicazione aziendale e della elaborazione di contenuti per il web. Curo i profili social di aziende e professionisti. Tengo corsi sulla comunicazione interpersonale, il public speaking, il marketing digitale e su come realizzare presentazioni multimediali efficaci.

2 commenti

  1. 1) Se qualcuno mi vuole calpestare i piedi, tu dici … ” Non puoi impedire”..
    “No, non sono d’accordo” io lo impedisco eccome perchè intanto ” da sotto li tolgo”
    poi vediamo.. 😉

    2) Quanto è difficile controllare gli stati d’animo, mi ricordo che da ragazzo avevo spesso le mani sudate e sempre nei momenti più importanti ” quando si dovevano dare le strette di mano” !!! Dalla mattina già pensavo al primo pomeriggio quando avrei dovuto incontrare qualcuno e stringergli la mano .
    Ormai sono grande ( 54) e questo problema non l’ho più ma fino a 30 l’ho avuto e se qualcuno mi avesse trovato la soluzione avrei pagato anche 20 mila dollari !!!!

    3) Penso che inevitabilmente sia l’età o meglio l’esperienza a portare risultati sempre più positivi per gestire emozioni, stati d’animo, ansie quindi i successi o gli insuccessi.

    Insomma Gridelli aspettiamo un tuo libro o un corso su questi argomenti sempre molto molto interessanti per la nostra vita, e quella dei nostri figli !!

    grazie
    Fabio Bargnesi

    1. La frase “non puoi impedire che qualcuno ti calpesti i piedi, ma puoi evitare di diventare una pista da ballo” assume significato nel contesto cui si riferisce. Per esempio, sull’autobus può capitare che qualcuno inavvertitamente ci calpesti un piede (l’insorgenza degli stati d’animo che non possiamo controllare), ma se lo fa continuamente, di certo reagiamo. È quest’ultima azione che chiama in causa il pensiero per controllare/gestire/evitare conseguenze peggiori (il pensiero domina gli stati d’animo).

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