Coinvolgere il pubblico da favola

Pubblicato
Statuine di Biancaneve

Nessuno si sente a suo agio quando parla a delle persone che si fanno gli affari propri. È vero, l’attenzione è una peculiarità sempre più scarsa, ma sconfiggere la noia è compito del relatore.

“Non hanno voglia di capire” è solo un alibi (fra l’altro, nemmeno dei più formidabili) che il presentatore accampa quando le persone della platea non lo seguono più. Ci possono essere situazioni di difficile gestione, ma nella stragrande maggioranza dei casi la responsabilità di tenere vivo l’interesse è del presentatore. Del resto, se il pubblico è arrivato fin dentro la sala una buona intenzione, almeno iniziale, per forza deve averla avuta.

Quindi, la differenza fra un pubblico abulico e un altro “sul pezzo” dipende dalla struttura della storia che il presentatore racconta.

Come spesso succede, anche in questo caso non occorre reinventare la ruota. Tutte le favole hanno uno schema narrativo che ci viene in soccorso ogni qualvolta dobbiamo imbastire una presentazione accattivante.

Il mostro da sconfiggere

Il mostro o il drago ricorrono in parecchie favole. La vicenda è nota: una principessa da salvare, un cattivo che la tiene prigioniera, un eroe che sconfigge il male e libera la bella.

Ovviamente, nessuno ha mai affrontato per davvero un drago. Tuttavia, è possibile personificarlo in un problema che impedisce di raggiungere un risultato atteso. Ecco allora che il presentatore si trasforma nel cavaliere che dopo mille peripezie raggiunge lo scopo che si era prefissato.

Una sfida personale, con tanto di battute d’arresto e sconfitte, ha sempre una buona presa sul pubblico il quale, a sua volta, non esiterà a immedesimarsi nella storia.

Dalle stalle alle stelle

Oggi, la favola di Cenerentola potrebbe trasformarsi nel più attuale “dal garage alla multinazionale”. Sono ormai proverbiali gli inizi difficili di molte startup di successo, comprese le scelte dall’esito incerto che hanno dovuto affrontare.

Vuoi il colpo di fortuna (sia comunque detto che la sorte va sempre in qualche modo aiutata) oppure la caparbietà di insistere in una precisa direzione anche quando tutto sembra congiurare contro, resta il fatto che la narrazione di chi si è fatto “dal niente” suscita sempre stupore, interesse e, perché no, sogni di emulazione da parte del pubblico.

Partire e tornare vincitori

Nel Mago di Oz, Dorothy è una bambina che a causa di un tornado si ritrova catapultata in un mondo completamente nuovo e a lei del tutto sconosciuto. Gli imprevisti, le prove da superare, le delusioni sono all’ordine del giorno, ma alla fine la bambina riuscirà a tornare a casa.

Benché si tratti di un racconto di fantasia, non ci troviamo dentro gli stessi ingredienti di quando iniziamo un nuovo lavoro, un nuovo progetto, una nuova attività? Una struttura del genere risulta molto efficace, ad esempio, per dimostrare come a volte sia indispensabile uscire dalla nostra zona di comfort (il nostro mondo) per metterci in gioco e avere successo.

La squadra e la leadership

Ogni team ha una missione da compiere, come al solito irta di pericoli, di ostacoli e di sfide, compresa l’ultima, quella decisiva. Al tempo stesso, ci sono le decisioni del leader che influenzano il suo agire, ma anche il destino della sua squadra.

Il Signore degli Anelli ben si presta alle trasposizioni che hanno per oggetto il lavoro di squadra. Fra l’altro, questo romanzo sempre in bilico fra il fantasy e l’epica romantica del Medioevo, offre tantissimi altri spunti di narrazione: la Terra di Mezzo, la metafora del viaggio come ricerca, il bene che sconfigge il male.

Attori si nasce o si diventa?

Le presentazioni che più affascinano il pubblico sono senza dubbio quelle che possiedono un qualcosa di teatrale. Non necessariamente occorre aver studiato all’accademia filodrammatica per fare una relazione convincente, tuttavia conoscere le principali tecniche di recitazione conferisce alla narrazione una marcia in più.

Le pause, il cambio di tono, la comunicazione non verbale sono elementi indispensabili per valorizzare un concetto e renderlo memorabile.

Poi, ovviamente, la struttura del racconto deve essere all’altezza della situazione. Così la storia di due amanti separati dalle avversità può trasformarsi in un ottimo spunto per riflettere sugli equivoci della comunicazione, mentre la vicenda del vecchio Scrooge insegna che è sempre possibile diventare delle persone migliori.

Di Sergio Gridelli

Sono nato e vivo a Savignano sul Rubicone (FC), una piccola città della Romagna attraversata dal fiume che segnò i destini di Roma. PERCHÉ LO FACCIO Ho sempre pensato che l’impronta di ciascuno di noi dipenda da un miscuglio di personalità e di tecnica. Se questi due ingredienti sono in equilibrio nasce uno stile di comunicazione unico, subito riconoscibile fra tutti gli altri. Perché in un mondo tutto marrone, una Mucca Viola si vede eccome! COME LO FACCIO Aiuto le persone a trovare le motivazioni che le rendono uniche. Non vendo il pane, vendo il lievito. COSA FACCIO Mi occupo di comunicazione aziendale e della elaborazione di contenuti per il web. Curo i profili social di aziende e professionisti. Tengo corsi sulla comunicazione interpersonale, il public speaking, il marketing digitale e su come realizzare presentazioni multimediali efficaci.

1 commento

  1. la storia succesami col Papa, e raccontata 100 inaia di volte
    in tutti gli ambienti
    ascoltata con tanta attenzione e simpatia dalle persone,
    dopo aver letto “coinvolgere il pubblico da favola” mi fa sorgere una domanda…
    Sono un bravo public speaking o la storia era eccezzionale ??

    😉
    Fabio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *