Parlare in pubblico: 7 miti da sfatare

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Superman, sfatare i miti del parlare in pubblico

Parlare in pubblico è come superare un esame. Nel senso che tutti sono lì pronti a darci un mare di consigli, molti di questi sbagliati.

Con ogni probabilità, l’elenco dei falsi buoni suggerimenti potrebbe essere molto più lungo, ma quelli che consiglio vivamente di evitare si riducono a sette.

1. I bravi presentatori non sono mai nervosi [Falso]

La tensione e l’ansia sono sempre presenti in chiunque parli davanti a una platea. La cosa vera è che con l’allenamento, la preparazione e l’esperienza riusciamo a governare la nostra “ovvia” agitazione (respirazione profonda, concentrazione sugli argomenti, esposizione non frettolosa).
Insomma, l’apparenza è l’effetto di un costante studio sulla gestione di ciò che è naturale.

[bctt tweet=”Parlare lentamente fa capire all’interlocutore tutto più in fretta.” username=”giowile”]

2. I bravi presentatori fissano un punto lontano [Falso]

Quando mai per essere convincenti in un dialogo guardiamo sopra la testa del nostro interlocutore? Siccome una presentazione in pubblico è una sorta di conversazione, la persuasione è la diretta conseguenza di un sistematico contatto visivo. Guardare le persone negli occhi accresce la credibilità nostra e di ciò che diciamo.

3. I bravi presentatori sono estroversi [Falso]

La “naturalezza” con la quale alcune persone sembrano vincere la paura di parlare in pubblico, non ha niente a che vedere con le disinvolte caratteristiche della loro personalità. Tutto dipende dalla pratica. Ancora una volta? Sì, ancora una volta!

4. I bravi presentatori non gesticolano [Falso]

Per sconfiggere l’ansia di non sapere dove mettere le mani, qualcuno sostiene che meno ci muoviamo e meglio è. Al contrario, appena cominceremo a parlare tutto il nostro corpo seguirà armoniosamente il discorso. La comunicazione non verbale è un potentissimo mezzo per stabilire fiducia, autorevolezza, veridicità. La forzatura (e stare impalati lo è) conduce a pose innaturali, scomode e, per molti aspetti, ridicole.

[bctt tweet=”Le persone possono dubitare di ciò che dici, ma crederanno a ciò che fai. (Lewis Cass)” username=”giowile”]

5. I bravi presentatori fanno a meno di PowerPoint [Falso]

In questi anni PowerPoint si è fatto una cattivata reputazione, soprattutto per colpa di presentatori (Ma quanti ce ne sono?) che utilizzano le slide come fossero un gobbo.
C’è da dire che PowerPoint non è come il prezzemolo e non sempre è necessario utilizzarlo nelle presentazioni, ma ausili visivi ben studiati molto spesso riescono a fare la differenza.
Ovviamente, se le slide le utilizziamo solo come blocco per gli appunti e, al tempo stesso, sono crivellate di elenchi puntati, non esitiamo a lasciare a casa il computer perché, in ogni caso, faremo una figura migliore.

6. I bravi presentatori parlano a lungo [Falso]

La qualità non è una diretta conseguenza della quantità. Se abbiamo delle buone argomentazioni, perché mai dovremmo seppellirle sotto le parole?
Uno dei discorsi più famosi della storia è durato solo pochi minuti. Non per questo Abramo Lincoln ha vanificato la forte carica emotiva della sua oratoria.

[bctt tweet=”Non mettere il pagliaio attorno all’ago. (Fabrizio Cornalba)” username=”giowile”]

7. I bravi presentatori improvvisano [Falso]

Il cosiddetto “parlare a braccio” non è una caratteristica innata, incastonata in chissà quale gene. Avere la battuta pronta in (quasi) ogni circostanza, disquisire su una gran mole di questioni, trovare le giuste congetture, sono tutte abilità che non dipendono dal caso.
L’ho già detto, lo ripeto e concludo: ciò che sembra estemporaneità in realtà è unicamente l’effetto manifesto di una solida preparazione.

[bctt tweet=”I migliori oratori danno l’impressione di improvvisare, ma in realtà si preparano tutto. (JFK)” username=”giowile”]

Sommario
Parlare in pubblico: 7 miti da sfatare
Titolo
Parlare in pubblico: 7 miti da sfatare
Descrizione
Parlare in pubblico mette ansia a tutti, anche a quelli che lo fanno tutti i giorni. Vincere questa naturale tensione è solo una questione di pratica.
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Sergio Gridelli Blog
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Di Sergio Gridelli

Sono nato e vivo a Savignano sul Rubicone (FC), una piccola città della Romagna attraversata dal fiume che segnò i destini di Roma. PERCHÉ LO FACCIO Ho sempre pensato che l’impronta di ciascuno di noi dipenda da un miscuglio di personalità e di tecnica. Se questi due ingredienti sono in equilibrio nasce uno stile di comunicazione unico, subito riconoscibile fra tutti gli altri. Perché in un mondo tutto marrone, una Mucca Viola si vede eccome! COME LO FACCIO Aiuto le persone a trovare le motivazioni che le rendono uniche. Non vendo il pane, vendo il lievito. COSA FACCIO Mi occupo di comunicazione aziendale e della elaborazione di contenuti per il web. Curo i profili social di aziende e professionisti. Tengo corsi sulla comunicazione interpersonale, il public speaking, il marketing digitale e su come realizzare presentazioni multimediali efficaci.

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