Cosa ho imparato guardando il TED

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palco del TED

Parlare al TED (Technology Entertainment Design) è il sogno di qualsiasi presentatore. Una performance che ovviamente non si improvvisa e men che meno si può affrontare senza avere delle solidi basi di comunicazione persuasiva.

Se da un lato leggiamo sempre meno e di conseguenza ci esprimiamo approssimativamente, è sempre più evidente come le abilità comunicative siano diventate essenziali in ogni campo, dalla scuola al mondo del lavoro, passando per le relazioni interpersonali.

È vero che viviamo nella civiltà delle immagini, ma alla lunga (nemmeno tanto lunga) la sola apparenza finisce per segnare il passo. Non è più tempo di WYSIWYG (ciò che vedi è il risultato), ma è arrivato il momento del WYSAHIWYG (ciò che vedi e senti è il risultato). Nasce da qui la necessità di narrare delle storie, l’unico modo che abbiamo per collegarci emotivamente con le persone. Quindi, non c’è solo l’aspetto estetico della comunicazione, la differenza è “sentire” come le cose vengono dette. Il “come” diventa più importante del “cosa”.

Più forma e meno sostanza, più intensità e meno dettagli, più coinvolgimento e meno precisione. Il filo conduttore è la velocità, da non confondere con la fretta. Se non entriamo rapidamente in contatto con il cuore delle persone, non abbiamo alcuna speranza di poter comunicare con la loro mente. Se il pubblico non ci ascolta è del tutto ininfluente la qualità (magari anche buona) del nostro discorso.

Al TED sono tutti dei marziani?

Il tema è sempre il solito. Nessuno ha queste capacità innate, tutti studiano, si preparano, migliorano. Anche se non ci andremo mai (ma mai dire mai!), possiamo comunque fare tesoro delle tecniche dei relatori che calcano le scene del TED. Ho così raccolto quelli che mi sembrano gli elementi cardine per fare una buona presentazione in qualsiasi contesto.

Avere un’idea utile da divulgare

Si tratta di un invito che arriva dritto dritto dallo stesso payoff del TED (Ideas worth spreading). Quindi, in ogni presentazione è indispensabile trasmettere un messaggio centrale, chiaro, innovativo. Un messaggio che ispiri il pubblico a fare qualcosa.

[bctt tweet=”Idea: l’elemento più immediato per collegare due menti, come l’amore per due corpi. (A. Castronuovo)” username=”giowile”]

La storia personale è la storia di tutti

Il segreto per avere successo quando si parla in pubblico è quello di trasformare la propria storia nella storia di tutti. Le persone devono identificarsi nella nostra narrazione in maniera tale che il messaggio lo sentano proprio e agiscano di conseguenza. A questo scopo, fin dall’apertura è indispensabile costruire un clima di fiducia, fare esempi di vita quotidiana in cui tutti possono riconoscersi, porre domande retoriche che spingono a interagire.

Lo slogan è il re

I concetti che vogliamo far ricordare al pubblico vanno ripetuti frequentemente. I risultati migliori si ottengono quando riusciamo a inglobarli dentro uno slogan in rima o con similitudini fonetiche al limite dell’appiccicoso. “Yes we can”, per dirne uno, viene interiorizzato praticamente per sempre.

Connettere le persone più che informarle

Al di là della notevole conoscenza della propria materia, quasi tutti i relatori del TED parlano al pubblico così come si dialoga con dei vecchi amici davanti a una birra. Anche blasonati relatori accademici riescono da subito a determinare un clima molto confidenziale.

C’è sempre un perché

Che si tratti di scienziati, di sportivi o di scrittori, il comune denominatore è la chiara motivazione del perché fanno quello che fanno. Tutti hanno ben presente quale sia la loro passione più forte e, senza equivoci, riescono a comunicarla in maniera semplice ed efficace.

Portare il pubblico sul palco

La presentazione non è un monologo. Consentire al pubblico di interagire e, addirittura, di partecipare, fa sì che ogni persona si senta parte di quell’esperienza.

Essere padroni della scena

La conoscenza dell’argomento si trasforma in una sorta di performance teatrale quando si è padroni del ritmo espositivo e delle relative pause. Le giuste dosi di parole e di silenzio danno al pubblico il tempo necessario per metabolizzare i punti principali dell’intervento.

PowerPoint non è sempre indispensabile

L’assoluta padronanza di un’idea chiave, per quanto complessa e complicata, consente spesso di fare a meno di slide, grafici e tabelle. È sempre il messaggio che determina il mezzo, mai il contrario. Anzi più l’idea è forte, meno determinante diventa lo strumento idoneo per la sua esposizione.

Photo by TEDxCulverCity

Di Sergio Gridelli

Sono nato e vivo a Savignano sul Rubicone (FC), una piccola città della Romagna attraversata dal fiume che segnò i destini di Roma. PERCHÉ LO FACCIO Ho sempre pensato che l’impronta di ciascuno di noi dipenda da un miscuglio di personalità e di tecnica. Se questi due ingredienti sono in equilibrio nasce uno stile di comunicazione unico, subito riconoscibile fra tutti gli altri. Perché in un mondo tutto marrone, una Mucca Viola si vede eccome! COME LO FACCIO Aiuto le persone a trovare le motivazioni che le rendono uniche. Non vendo il pane, vendo il lievito. COSA FACCIO Mi occupo di comunicazione aziendale e della elaborazione di contenuti per il web. Curo i profili social di aziende e professionisti. Tengo corsi sulla comunicazione interpersonale, il public speaking, il marketing digitale e su come realizzare presentazioni multimediali efficaci.

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