L’influenza dell’influencer

Pubblicato

Mettetela come volete, scriviamo sempre per qualcuno. O meglio, scriviamo con la speranza che prima o poi un altro essere umano possa leggere le nostre frasi, le nostre poesie, le nostre memorie. È così, fin da quando nascondevamo gelosamente il nostro diario adolescenziale. Tuttavia, altrettanto segretamente, confidando in una qualche sconosciuta alchimia del caso, ardevamo dal desiderio che gli occhi dell’amata o dell’amato, in un tempo imprecisato, vi si sarebbero potuti posare sopra.

Cambiano i tempi e gli strumenti, ma resta inalterato lo scopo della scrittura. Ovvero, la condivisione dei contenuti. Chi si occupa di social media marketing (o management) sa bene che un’informazione non condivisa perde gran parte della sua efficacia. Se questo succede significa che non si sta sfruttando tutta la portata comunicativa delle piazze virtuali, luoghi in cui, a differenza della pubblicità broadcast, l’interazione e il passaparola rappresentano il presupposto fondamentale della persuasione.

Convincere qualcuno a condividere i nostri post fa parte di quel grande ecosistema in cui fantomatici ammaliatori, altrimenti chiamati influencer, cercano di magnetizzare i relativi pubblici. A scanso d’equivoci, dico subito che è un ruolo impossibile da improvvisare e occorrono grandi quantità di tempo e di studio per guadagnarsi il titolo “sul campo”, ma con le stesse dinamiche il “potere” si assottiglia appena si tira troppo la corda. Mi riferisco alle markette remunerate per promuovere un prodotto o una pagina di Facebook lontani anni luce dalla riconosciuta reputazione dell’influencer di turno. Insomma, il bravo influencer è quello che non si lascia influenzare. Può sembrare una contraddizione di termini, in realtà è il presupposto fondamentale della sua serietà professionale.

Tradotto in altri termini, l’arma vincente di ogni influencer degno di questo nome sono le sue idee, il suo stile, la sua credibilità. Si tratta di tre ingredienti indispensabili, da amalgamare con giuste dosi di scrittura creativa.

Ecco allora 5 modi per cucinare una buona comunicazione virale.

Adotta, per quanto possibile, messaggi positivi in grado di sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda delle persone che, senza eccezioni, aspirano tutte alla felicità. I contenuti gioiosi e divertenti hanno un potenziale di condivisione molto più alto rispetto ai corrispettivi negativi.

Condividi e sarai condiviso. Le persone seguono quelli che hanno interessi simili ai loro e queste relazioni si rafforzano ogni qualvolta si ricambiano favori, complimenti, ringraziamenti.

Un’immagine vale più di mille parole e una parola forte vale più di mille immagini insignificanti. Il cervello è cablato per prestare molta attenzione agli stimoli visivi con un alto impatto emotivo (gattini e bambini sono sempre da tenere in considerazione) e a parole (poche!) che evocano intensi paesaggi di senso (l’amore è una chiave di empatia universale).

Se il titolo spacca sei già oltre la metà dell’opera. Per funzionare, le parole dell’attacco comprendono una sorta di componente sexy, nel senso che devono riuscire a catalizzare lo sguardo. Una tecnica è quella dell’allitterazione, una figura retorica utilizzata allo scopo di esaltare i rapporti fonetici fra le parole (es. L’influenza dell’influencer). Inoltre, dei must che funzionano sempre sono le parole cosiddette magiche come regalo, risparmio, facile, nuovo, risultato, sorpresa, speciale.

La liste, come quelle della spesa. Le liste numeriche, “10 modi per avere più followers”, “Crea il tuo sito in 3 mosse”, “5 modi per cucinare una buona comunicazione virale” (anche questa dove l’ho già vista?) con la loro intramontabile caratteristica di appiccicarsi all’attenzione di chiunque, hanno anche il vantaggio di spingere per la continuazione della lettura. Ovviamente, e qui viene il difficile, la promessa va sempre mantenuta.

Esiste quindi un punto di convergenza che anche il più modesto degli influencer non può eludere e deve fare il possibile per raggiungerlo. Qui si trova la condivisione, l’unica metrica in grado di aumentare significativamente il suo capitale di fiducia.

Di Sergio Gridelli

Sono nato e vivo a Savignano sul Rubicone (FC), una piccola città della Romagna attraversata dal fiume che segnò i destini di Roma. PERCHÉ LO FACCIO Ho sempre pensato che l’impronta di ciascuno di noi dipenda da un miscuglio di personalità e di tecnica. Se questi due ingredienti sono in equilibrio nasce uno stile di comunicazione unico, subito riconoscibile fra tutti gli altri. Perché in un mondo tutto marrone, una Mucca Viola si vede eccome! COME LO FACCIO Aiuto le persone a trovare le motivazioni che le rendono uniche. Non vendo il pane, vendo il lievito. COSA FACCIO Mi occupo di comunicazione aziendale e della elaborazione di contenuti per il web. Curo i profili social di aziende e professionisti. Tengo corsi sulla comunicazione interpersonale, il public speaking, il marketing digitale e su come realizzare presentazioni multimediali efficaci.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *